Malawi Mozambico Tanzania
durata viaggio 19 giorni
1° giorno (sabato)
Italia-Lilongwe
In serata è previsto il ritrovo dei partecipanti a Milano-Malpensa o a roma-Fiumicino, da dove un volo notturno conduce a Lilongwe, via Addis Abeba (possibilità di partenza da vari aeroporti italiani su richiesta).
2° e 3° giorno
Lilongwe–Lago Malawi (Senga Bay)
Arrivo nella capitale del piccolo Malawi in tarda mattinata e trasferimento a Senga Bay, sulle sponde del grande “lago delle stelle” caro all’esploratore Livingstone, che dà il nome al Paese. Lungo quasi 600 chilometri, largo appena 80 e profondo 700 metri, il Lago Malawi occupa la propaggine meridionale del Great Rift Valley. Il lago appare immenso, spiagge, rocce granitiche a delimitare anse e baie, acque cristalline… sembra proprio di essere al mare! Sono state contate più di 650 specie di pesci, il 95% delle quali sono endemiche: si pensi che nel lago Malawi sono presenti più specie di pesci di quante se ne trovino in Europa e Nord America insieme! Sistemazione in lodge a bordo lago.
4° giorno
Senga Bay-Cuamba
Ci muoviamo in direzione Sud. La strada piega nell’interno per riavvicinarsi al lago. Si piega ad Est, per superare la sponda meridionale del lago e raggiungere il confine con il Mozambico. Si entra così nella provincia di Niassa. Il Mozambico appare subito più selvaggio, un’Africa rurale fatta di piccoli, piccolissimi villaggi, campi coltivati, pochissime le auto lungo la pista. Ci aspetta Cuamba, piccola città di frontiera circondata da colline granitiche, la griglia uniforme di avenidas bordate da flame-trees, il modesto hotel che ci ospiterà per la notte.
5° giorno
In treno da Cuamba a Nampula
All’alba veniamo svegliati dal fischio del treno che con notevole anticipo inizia ad annunciare la partenza. E’ buio, nell’aria fresca si intravedono le silhouettes di figure umane che portano sulla testa carichi di ogni genere. Si va in stazione e saliamo a bordo per un’indimenticabile esperienza africana. Trascorriamo la giornata in treno, in direzione di Nampula. Presto l’aria pungente dell’alba si fa tiepida, poi calda, mentre il treno procede lento, lentissimo, serpeggiando tra magnifici inselbergs granitici, fendendo la folla che si accalca a bordo dei binari. Il treno costituisce l’unico mezzo a disposizione dei contadini della regione per trasportare in città il surplus agricolo: cipolle, pomodori, radici di manioca, canna da zucchero, patate. Ad ogni sosta, venditori di pollo fritto, di pane, di dolci, di frutta, protendono verso il convoglio le proprie mercanzie, creando una tavolozza di colori che è impossibile dimenticare. Scene di vita quotidiana, nient’altro che Africa. (Sul treno tra Cuamba e Nampula prevediamo biglietti di 2^ classe: la 2^ classe permette di aprire i finestrini, mentre in 1^ i finestrini sono sigillati e l’aria condizionata non sempre funziona). L’operatività del treno va verificata a pochi giorni dalla data di partenza. Sistemazione in un moderno, confortevole hotel a Nampula.
6° e 7° giorno
Ilha de Moçambique
Lasciata Nampula si parte alla volta di Ilha de Moçambique lungo una larga pista che da veloce si fa, verso la fine, più precaria, fino a raggiungere il leggendario ponte che unisce l’isola alla terraferma. Si attraversano vastissimi campi di anacardi dalle belle chiome emisferiche, prima di scorgere all’orizzonte la linea delle palme da cocco: siamo finalmente sulla costa. Si percorre il ponte di 3 chilometri e siamo, finalmente, a Ilha. Ilha de Moçambique – 2 chilometri e mezzo di lunghezza per 600 metri di larghezza - è un microcosmo unico, da sempre punto di incontro di culture. Ilha è stato uno dei primissimi insediamenti europei a Sud dell’Equatore, Vasco da Gama giunse qui nel 1498 e vi fondò una base, estremamente importante come punto di rifornimento lungo le rotte che portavano a Goa e a Macao. Probabilmente già toccata dalle agili navi fenicie durante il Peryplus Maris Erythraei, Ilha ha visto succedersi persiani, shirazi, olandesi, arabi, portoghesi e costituisce la propaggine meridionale dell’universo swahili, una regione culturale sostanzialmente omogenea che si estende da Kisimayo, nel sud della Somalia fin qui: la cultura swahili è una cultura sincretica, sofisticata, urbana, che si sviluppa a partire dal 10° secolo nelle ricche città commerciali lungo la costa dell’Oceano Indiano – Bagamoyo, Zanzibar, Kilwa, Ilha – proprio dall’incontro di elementi africani-bantu e arabo-persiani e trova il suo minimo comune denominatore nella lingua swahili e nella fede islamica. Da queste città, vere e proprie “porte dell’Africa” aperte sul mare, l’oro, l’avorio, i corni di rinoceronte e – più tardi – gli schiavi, raggiungevano i porti di Mascate e dell’Hadramouth e da qui proseguivano per l’estremo Oriente e, nella seconda metà dell’800, anche verso le Americhe. Ilha – patrimonio dell’UNESCO - è ricca di edifici dell’epoca portoghese – il Forte San Sebastiano, il Palazzo di San Paolo. Passeggiando tra le strade di Ilha si respira un’atmosfera di languida decadenza. Elementi architettonici tipicamente latini – palazzotti a due piani dai bei balconi, bianche cappelle – contrastano con le palme da cocco e con le mille sfumature di un mare tropicale. A questa città coloniale fa da contrasto quella africana, fatta di basse capanne di legno e makuti, che occupa la porzione meridionale dell’isola. Sistemazione in un’antica casa coloniale trasformata in residenza turistica, di grande fascino.
8° giorno
Ilha de Moçambique–Pemba
Partiamo in direzione nord, lungo una pista che si allontana dalla costa per poi ritornarci e raggiungere Pemba, bella località posta all’estremità di una grande ansa naturale lungo la costa di Cabo Delgado. Pemba è essenzialmente la Praia de Wimbe, la magnifica mezzaluna di sabbia bordata da palme dov’è piacevole godersi un po’ di relax e rinfrancarsi. L’atmosfera è davvero quella di un paradiso tropicale. La popolazione è cordiale, il pesce è squisito. Sistemazione in un confortevole lodge fatto di graziosi bungalows sulla spiaggia.
9° e 10° giorno
Pemba–Ibo
... un sogno chiamato Querimbas... una miriade di isole e isolette, cinte da foreste di mangrovie e barriere coralline, che si estendono da Pemba a Nord, fino alla foce del Rovuma, al confine con la Tanzania. Raggiunto il villaggio di Quissinga, ci imbarchiamo su di un dhow alla volta dell’Ilha de Ibo, brandello perso nel Canale di Mozambico. L’isola, già centro commerciale arabo nel 1400, divenne nell’800 un fiorente mercato di schiavi sotto il dominio dei portoghesi, per i quali costituiva un’ottima base sulla via per Goa. Ibo ha l’aspetto di una città-fantasma, dall’aria sonnacchiosa e dai ritmi lenti e dilatati: il forte, gli artigiani swahili intenti a lavorare l’argento, atmosfere antiche. Sistemazione in una graziosa residenza d’epoca trasformata in guest house.
11° giorno
Ibo – Mueda
Lasciamo il piccolo arcipelago dimenticato delle Querimbas a bordo di un dhow e, una volta sbarcati, procediamo in direzione Nord. La pista piega nell’interno, attraverso il territorio Makonde, popolo Bantu famoso in tutta l’Africa orientale per l’arte di intagliare il legno. L’obiettivo è arrivare, domani, sul fiume Rovuma, dove è stato di recente aperto il “ponte dell’Ujamaa”, che unisce il Mozambico alla confinante Tanzania, due Paesi vicini dal punto di vista geografico, ma fino a qualche tempo fa privi di qualsiasi collegamento terrestre. Sistemazione a Mueda, in una modesta guest house.
12° giorno
Mueda–Masasi
Da Mueda si raggiunge il fiume Rovuma a Negomano e, percorrendo il nuovissimo ponte e si entra in Tanzania. Fino a due anni fa il fiume Ruvuma si attraversava a bordo di una chiatta in grado di trasportare i veicoli. Ma se la chiatta si arenava o il motore si guastava l’unico modo per guadare il fiume – che si presenta ampio e caratterizzato da correnti piuttosto forti - era a bordo di canoe scavate nei tronchi o a bordo di un dhow che faceva la spola – via mare – tra Mtwara o Mikindani e Mochimboa da Praia, soluzione affascinante ma dura, pericolosa e dalla durata imprevedibile. Il nuovo ponte rende sicuramente il passaggio di frontiera più facile. In serata si raggiunge Masasi, sistemazione in un semplice albergo.
13° e 14° giorno
Kilwa
Si riguadagna la costa a Lindi, sonnacchiosa cittadina che pare lontana da tutto, e si continua in direzione Nord, lungo la costa swahili. I primi insediamenti arabo-shirazi nella zona risalgono al 9° secolo, ma è a partire dal 15° secolo che i commerci fioriscono fino a raggiungere le lontane terre di Zambia, Malawi, Angola, Congo. Oro, avorio e schiavi transitavano dai porti, testa di ponte tra Africa e Oceano Indiano. Si costeggia a tratti una costa magnifica di spiagge bianche, baie, file di palme da cocco. Più su, Kilwa è la perla sconosciuta dell’intera costa orientale dell’Africa. Qui si trovano i più importanti resti di architettura islamica di tutta l’Africa a sud del Sahara, abbandonati e poco visitati. Fondata su di un’isola (Kilwa-Kisiwani – Kilwa sull’isola) di fronte all’odierna Kilwa (Kilwa Masoko – il mercato di Kilwa) nel 957, Kilwa fungeva da “cerniera” tra le miniere d’oro dell’interno e i mercati d’oltre oceano, attirando commercianti arabi, per secoli mediatori tra Africa, Europa, Oriente. Tra il XII e il XIV secolo Kilwa raggiunse il massimo del suo splendore, estendendo il suo dominio da Zanzibar a Sofala, dalla Somalia al Mozambico. Le città della costa erano nel pieno del loro sviluppo quando arrivarono i primi conquistatori europei, che vi inflissero un colpo mortale: i portoghesi, lungi dal creare un rapporto commerciale con le città-stato swahili, mirarono ad annientarle e a controllarle; tuttavia in tal modo persero la possibilità di attingere alle merci provenienti dall’interno – oro e avorio. Tali merci vennero sostituite con quella che avrebbe dominato – d’ora in avanti - le attività della costa: gli schiavi. Nel 1502 Vasco da Gama occupò Kilwa. Siamo alla fine della prima fase della civiltà swahili. La visita di Kilwa è un vero e proprio tuffo nella storia, ma non aspettatevi la grandiosità e lo stato di conservazione tipici di altre latitudini. Escursione a Kilwa Kisiwani in dhow. Sistemazione in un grazioso lodge, sulla spiaggia.
15° e 16° giorno
Kilwa – Selous Game Reserve
La Riserva Selous è così chiamata in onore di Frederick Selous, inveterato cacciatore dell’epoca coloniale che qui trovò la morte nel 1917 durante un combattimento con le truppe tedesche di Von Lettov-Vorbeck. In nessun altro parco africano si può osservare una tale varietà di ecosistemi: foreste di miombo dal fogliame densissimo, radure disseminate di baobab, ebani, acacie e terminalia, colline sassose dall’erba rasa, piane di terra scura inondate durante la stagione delle piogge, paludi e laghi tra i meandri del Rufiji, largo e pigro corso d’acqua bordato di palme borassus. Gnù, impala ed altre antilopi, bufali, giraffe, leoni e licaoni abitano quest’universo grande più della Svizzera – il 5% della superficie tanzaniana - privo di qualsiasi insediamento umano. Sul fiume avremo un’occasione unica per osservare coccodrilli, aquile pescatrici, aironi, ippopotami e gruppi d’elefanti che sguazzano tra le alte erbe degli stagni. Pernottamenti in uno splendido lodge sul fiume Rufiji.
17° giorno
Selous Game Reserve – Dar es Salaam
Lasciamo gli spazi selvaggi del Selous per partire alla volta di Dar es Salaam. Inizialmente piccola borgata di pescatori affacciata su una bella baia riparata, la città si sviluppò all’inizio del secolo scorso ed è oggi un agglomerato immenso e in continua crescita, miscuglio di architettura coloniale e costruzioni del periodo socialista degli anni sessanta. Pernottamento in un gradevole lodge composto da graziosi bungalow, su di una bellissima spiaggia fuori città.
18° giorno
Dar es Salaam-Addis Abeba-Italia
Dopo un giro in centro per un po’ di shopping, trasferimento in aeroporto e imbarco per Milano via Addis Abeba.
19° giorno
Italia
Arrivo a Milano al mattino, possibilità di proseguimento per altre
Prezzo per persona in doppia – partenza da Milano/Roma – minimo 4 partecipanti con guida di lingua inglese / minimo 9 partecipanti con Tour Leader italiano
Prezzi e date di partenza
data di partenza |
rientro |
Note particolari |
Prezzo |
HS |
Calc |
costi annessi e supplementi
Costo a persona
| Prezzo
|
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto |
€ 354 |
Sistemazione in singola |
€ 680 |
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio |
€ 80 |
Visto di entrata nel paese/i |
€ 150 |
La quota comprende:
• I voli a/r da Milano con Ethiopian Airlines in classe Economy
• Tutti i trasferimenti
• Circuito safari a bordo di veicolo fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser / Land Rover
• Tasse d’entrata ai Parchi
• Sistemazione nelle strutture ricettive sopra citate o equivalenti, come da programma
• Tutte le escursioni e le visite citate in programma
• Pensione completa (per alcuni pasti sono previsti i pic-nic), tranne a Dar es Salaam
Le quote non comprendono:
• Il visto d’ingresso in Tanzania
• Il visto d’ingresso in Mozambico
• Le tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge
• I pasti a Dar es Salaam
• L’assicurazione medico/bagaglio
• Le bevande le mance, gli extras di natura personale, quanto non espressamente citato
Supplementi:
• Sistemazione in singola
• *Vettore aereo alta stagione
• Partenza da altri aeroporti: € 170,00 + tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge (variabili in funzione dell’aeroporto prescelto)
• Assicurazione annullamento facoltativa
Note:
Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
Gli importi delle tasse d’entrata ai Parchi possono subire variazioni improvvise.
Alcune delle strutture previste dispongono di un numero limitatissimo di camere. A Mochimboa da Praia e Ibo la sistemazione in singola è soggetta a riconferma, secondo disponibilità.
Le quote offerte si basano sul rapporto di cambio USD 1 = € 0,76 sono soggette ad adeguamento valutario.
Assicurazione Annullamento facoltativa
Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.