Dalla Nubia a Berenice Pancrisia

durata viaggio 18 giorni

1° giorno    
Italia-Khartoum

Partenza per Khartoum dove l’arrivo è previsto in serata. Sistemazione in hotel.

2° e 3° giorno
Khartoum-Naga-Meroe

Il mattino visita libera della città, che si estende lungo la riva del Nilo Azzurro ed ha la forma di un enorme triangolo, di cui il vertice è situato alla confluenza dei due fiumi: il Nilo Bianco ad ovest e quello Azzurro ad est. Il Nilo è l’elemento comune di questo enorme paese culturalmente spaccato in due, le sue acque hanno permesso l’accesso al Sudan ad esploratori, commercianti, mercanti di schiavi, uomini di chiesa ed anche invasori. Khartoum, come ogni capitale africana, si caratterizza per un traffico caotico e la vivacità dei vari mercati e delle botteghe artigianali, con un forte brusio quale colonna sonora. Pranzo libero. Nel primo pomeriggio partenza verso nord, tra terre un tempo fertili e popolose. Si raggiunge Naga, in pieno deserto anche se a soli 30 km dal Nilo. I resti della città giacciono nei pressi di un pozzo, ancora oggi utilizzato dai nomadi, ed ai piedi di una montagna tabulare. Di età medio-tardo meroitica, il sito è composto di due distinti complessi: uno ad occidente del pozzo di Naga (che dà il nome al luogo), dedicato alla divinità Apedemak dalla testa leonina; l’altro ad oriente, dedicato alla suprema divinità nilotica, Ammon. Il complesso in onore di Apedemak consta a sua volta di due differenti costruzioni. Il tempio di Apedemak è una magnifica costruzione tutta decorata da bassorilievi con le immagini del faraone, della nobiltà e varie rappresentazioni rituali del dio Apedemak raffigurato con la testa di leone o con il corpo da serpente.  A poche decine di metri “il chiosco”, una piccola e strana costruzione ad archi e colonne in cui appaiono contemporaneamente gli stili egizio, romano e greco. Poco più lontano un altro tempio in classico stile egizio davanti al quale rimangono i resti dell'antico viale che era delimitato sui due lati da statue di arieti. Campo. Ci si inoltra fra aspre montagne per raggiungere il grande tempio di Mussawarat El Sufra. Colonne e statue raffigurano i faraoni mentre le pareti sono decorate con bassorilievi. Nella parte centrale del tempio si trova rappresentato un elefante, animale al quale forse il tempio era dedicato e dal quale prende il nome. Il tempio vero e proprio si erge a nord e una rampa conduce al colonnato esterno in cui si può ammirare la statua raffigurante il pachiderma che dà il nome all’edificio, restaurato dagli archeologi tedeschi nella prima metà del Novecento. Raggiungendo una piana desertica dalle tenui sfumature pastello della sabbia, un fantastico ed inaspettato panorama si aprirà davanti ai nostri occhi; vedremo le superbe piramidi della Necropoli Reale di Meroe. Questo è il più importante sito del Sudan: l’impressionante numero di piramidi che si elevano dalle sabbie color pesca lascia ammutoliti: solo nella necropoli nord trovano posto le salme di ben 57 sovrani Kushiti, tra re e regine, ognuno con la propria piramide personale, dove,  a differenza delle piramidi egizie, le camere mortuarie non si trovano all’ interno ma sottoterra. Sulle rive del Nilo sono stati riportati alla luce i resti della antica città reale di Meroe, costituita da edifici di notevole vastità. Tra i ritrovamenti il più interessante è la stele di granito che ci mostra la scrittura meroitica, finora non decodificata. Singolare anche la piscina riservata ai nobili, ricca di decorazioni in stucco ed un tempo riempita con l’acqua del Nilo. Circa 3 chilometri più lontano la linearità della distesa desertica è interrotta da una collina in parte ricoperta di sabbia gialla. Qui si trova una ventina di piramidi, alcune delle quali splendidamente conservate: è la necropoli reale di Meroe, realizzata fra il 400 a.C. ed il 400 d.C., periodo di maggior splendore della civiltà meroitica. Campo nei pressi delle piramidi, che l’alba ci mostrerà con una luce diversa.

dal 4° al 6° giorno
Deserto nubiano - Onib Cratere

Proseguiamo il nostro cammino a nord seguendo una pista ancora molto attiva. Arriviamo così a Berber, una sorta di città-frontiera per gli ultimi riformimenti... Qui gli autocarri che si dirigono verso il deserto possono ancora rifornirsi con qualsiasi tipo di derrata, oltre non troveranno più nulla prima della destinazione finale. Perché oltre vi è il deserto e null’altro. Un bel deserto, che non arriva ad uguagliare la bellezza del Sahara centrale ma che permette di viverlo come è giusto, in tranquillità: qui la probabilità di incrociare gruppi di turisti è quasi nulla. Sullo sfondo montagne immerse in un universo di grandi rocce intagliate.  Il nostro cammino segue il corso degli wadi e si insinua tra piccoli canyon. Fronteggiando le varie difficoltà del terreno, ci dirigiamo totalmente a Nord costeggiando il wadi Amur per raggiungere il cratere del vulcano Onib. Avvicinandoci il paesaggio diventa più montagnoso, grandi sfere di granito punteggiano le dune timide che ondulano sulla piana. Forse incroceremo la strada di alcuni nomadi, che conducono le loro magre greggi di capre. La loro vita è dura, avvicinare stranieri non è per loro abituale ed un incontro si rivelerà prezioso. Le miniere d'oro di Onib sono citate sulle antiche carte inglesi: semplici e sottili costruzioni in pietra riparavano un forno centrale che attingeva alla vena aurifera. Questa regione, oggi così desolata e ridotta al silenzio, fu un tempo ben popolata ed addirittura prospera. Ne rimangono a testimonianza questi tumuli funerari, cimiteri preislamici del Medio impero o del periodo Kerma, come oggetti in oro venuti alla luce in occasione di una spedizione archeologica italiana. Ancora più a Nord anche il wadi Allaqui fu apprezzato per le sue miniere d'oro, nel cuore di quest'ampia valle popolata da alcuni nomadi Deraheib, che, prima di condurre il viaggiatore al lago Nasser, ci apre le porte di Bernice Pancrisia, la città dell'oro. Campi.

7° e 8° giorno
Berenice Pancrisia

Berenice Pancrisia profonde un certo incanto e solleva molte più ipotesi che certezze. Le più vecchie costruzioni, tutt’oggi esistenti,  sono fatte di scisto, mentre quelle più recenti  di granito. I grandi astronomo-geografi dell'attuale Uzbekistan, come Al Khuwarizmi, fondatore dell'algebra, cita molto spesso questo éden dei Tolomei. Si suppone che si trattasse di una vasta città che non poteva accogliere meno di diecimila abitanti, dei quali i nomadi Derabeib sono gli attuali discendenti. L'emozione è grande quando si lascia vagabondare la propria mente attraverso le rovine e le abitazioni che sembrano abbandonate da poco e non da secoli. Si immaginano le attività descritte dagli storici: i minatori che si aprivano la strada dentro le vene quarzifere, i bambini che raccoglievano il materiale da consegnare ai frantumatori che lo riducevano in briciole su incudini di pietra, le donne alle macine che lo polverizzavano per consegnarlo ai lavatori che, sciogliendo nell’acqua la terra, separavano le poche pagliuzze del prezioso metallo. In epoca tolemaica gli addetti ai lavori erano schiavi sorvegliati da guardiani e soldati. Con il nome di Wawat la miniera di quarzo aurifero è citata negli annali di Toutmosis III, sotto la XVIII dinastia (intorno al 1.400 A. C.), epoca in cui si sarebbero estratti fino a 776 chili di metallo prezioso! Proveniva proprio da qui l’oro dei Faraoni? Leggenda o realtà? Nessuno dubita che i luoghi furono prosperosi, ma nulla permette di garantire in quale misura né quanto tempo durò quest'età... d'oro...

9° e 10° giorno
Forte Murrat- Umm Nabari

Gli wadi sottolineano questa regione, la più arida del Sahara, la cui catena di montagne orientali blocca le poche precipitazioni venute dal Mar Rosso. I nomadi portano le loro greggi dove possono trovare delle pozze d’acqua per potere abbeverare e garantire la sopravvivenza. Forte Murrat segna la pista di carovaniere che convogliano mandrie di bovini verso Assuan ai tempi del vecchio Egitto, epoca in cui si preferiva la via terrestre alla risalita del Nilo. Posto di controllo e punto d’incontro dell'Africa nera, Fort Murrat restò in attività fino alla fine dell'occupazione britannica. Umm Nabari evoca nuovamente i giacimenti d'oro che resero famosa questa zona di quarzo aurifero e che furono sfruttati fino ai tempi dell'occupazione britannica. Campo.

11° giorno
Stazione n.6-Deserto nubiano

Oggi solo il silenzio regna in questi luoghi decorati soltanto dalle grandi sfere di granito disperse sulla sabbia. Ma ecco che, circa 50 km più in là, alcune abitazioni attirano la nostra curiosità. Perché sono qui al centro del nulla, dove nulla si scorge a 360°? Inimmaginabile, siamo in prossimità... di una stazione! Sì, la stazione N° 6 della linea ferroviaria che collega Wadi Halfa a Khartoum dove il treno si ferma due volte alla settimana. È in realtà la sola sosta regolare di questa linea, le altre due stazioni ancora in attività, la N° 10 e la N°4, sono più aleatorie! Ci avviciniamo al Nilo ed il deserto è di una piattezza infinita, una sorta di Ténéré interrotto solo da alcune colline coperte da dune, come isole su un oceano di sabbia. Il Djebel Kouro domina a circa 1250 m. il grande wadi che fu precedentemente un affluente del Nilo. Il nostro arrivo ai bordi del fiume “re” è vicino. Alla meravigliosa Cataratta di  Dal troviamo l'acqua, la vita e la morbidezza di quest'angolo dell'Africa araba isolata e protetta da ogni influenza esterna.

dal 12° al 14° giorno
I villaggi nubiani-Soleb-Kerma

Si raggiunge la Nubia propriamente detta con i suoi deliziosi villaggi, certamente i più belli della valle del Nilo, nel tipico stile nubiano. I villaggi sono spesso protetti da magnifici palmeti, importante sbarra-mento contro l’invasione della sabbia. Alle bianche case si accede attraverso un portale in argilla che introduce al vasto cortile centrale sul quale si aprono le stanze degli uomini, quelle delle donne e la cucina. Il portale ha forme diverse ed è affrescato con disegni geo-metrici dai vari colori. Rappresenta l’originale caratteristica del-l’architettura locale ed offre all'ospite un simbolico benvenuto. La calorosa accoglienza della popolazione non abituata a vedere stranieri e turisti è eccezionale e supera le aspettative. Nei villaggi si viene spesso fermati per sentirsi offire il tè o il "fatur" (pranzo) a seconda dell'ora. I nubiani sono i diretti discendenti delle prime popolazioni che si accamparono sulle rive del Nilo. La loro importanza culturale è dovuta al risultato dei diversi contatti che nella storia si sono susseguiti con egizi, greci, romani… ed alla fine con gli esploratori europei. Campo. Pronti al mattino dell’indomani per un’altra giornata ricca di “scoperte”… Il tempio di Soleb sorge a circa 600 km a sud di Assuan, eretto in onore del faraone Amenophi III sulle rovine di un tempio preesistente. Nei pressi dell’area templare sono state ritrovate delle sepolture sovrastate da piccolissime piramidi cuspidate. Questo, in seguito ad un’impegnativa campagna di recupero dell’area, è sicuramente considerato il miglior reperto rintracciabile in Sudan risalente all’epoca dell’Egitto faraonico. ll tempio conobbe varie fasi distinte. Nei pressi dell’area templare sono state ritrovate delle sepolture sovrastate da piccolissime piramidi cuspidate. Campo. L’oasi infinita che segue il corso del fiume è interrotta da una serie di minuscoli villaggi talmente curati, puliti, ordinati da apparire quasi irreali. I villaggi sono spesso protetti da magnifici palmeti, importante sbarramento contro l’invasione della sabbia. Alle bianche case si accede attraverso un portale in argilla che introduce al vasto cortile centrale sul quale si aprono le stanze degli uomini, quelle delle donne e la cucina. Il portale ha forme diverse ed è affrescato con disegni geo-metrici dai vari colori. I nubiani sono i diretti discendenti delle prime popolazioni che si accamparono sulle rive del Nilo. La loro importanza culturale è dovuta al risultato dei diversi contatti che nella storia si sono susseguiti con egizi, greci, romani… ed alla fine con gli esploratori europei. Ci spostiamo su Kerma, capitale del I regno kuscita. Dal punto di vista prettamente archeologico, Kerma è la sede del più antico regno kushiti, antecedente alla stessa civiltà egizia (3000 a.C.), la cui antica cultura è testimoniata unicamente, dato che mancano testimonianze scritte, dai monumenti di due siti: le “Deffufa” e la città vera e propria. La mancanza di una forma di scrittura complica gli studi, che procedono esclusivamente per ipotesi. Le Defuffa (cumuli di rovine in lingua locale) sono enormi edifici in mattone crudo probabilmente destinati al culto e situati al centro di enormi cimiteri che contano circa quattromila tombe circolari. Dai grandi tumuli regali sono stati estratti centinaia di scheletri umani (in una sola tomba addirittura quattrocento!), vittime sacrificali in onore dei defunti monarchi. Intorno a Deffufa ovest invece, gli archeologi hanno parzialmente ricostruito le vestigia delle mura di strane costruzioni ellittiche e semicircolari, che viste dall’alto del monumento centrale, regalano una panoramica suggestiva. Campo.


15° e 16° giorno
Maestose dune sbarrano il passaggio verso sud, un susseguirsi di sabbie nelle quali zigzagare con emozione per cercare i passaggi ed arrivare nuovamente in vista dello splendore del Nilo. Si arriva ad Old Dongola, capitale del regno cristiano di Makurja, nato dalla fusione di due precedenti regioni, quello di Makurja e quello di Noboadia. Per circa un millennio il regno copto fiorì sull’ansa meridionale del Nilo, interagendo con gli imperi circostanti. Ciò che si visita oggi è stato riportato alla luce intorno al 1960: un tempio cristiano copto decorato da belle colonne in marmo e circondato da chiese che punteggiano le sponde del Nilo. L’edificio che dalla collina domina l’area venne utilizzato come monastero fino alle invasioni arabe. Intorno al 1500 il cristianesimo in Nubia si estinse totalmente e la regione cadde sotto la sfera di influenza islamica per rimanervi fino ai giorni nostri. Visita della necropoli di El Kurru, antica capitale napatea, in cui si trovano piramidi che esemplificano i diversi stadi di sviluppo. Due le camere mortuarie rimaste intatte, situate sotto la piramide e non all’interno, come in quelle egiziane. La tomba del re Pianky, con volte simboleggianti il cielo stellato, è riccamente decorata da preziosi dipinti raffiguranti le divinità dell’olimpo egizio ed il re stesso. Nella tomba della regina si susseguono le raffigurazioni delle divinità. La rappresentazione della regina prona, sul letto regale, è una raffigurazione unica lungo la valle del Nilo. Non usuali anche le 24 tombe di cavalli, nelle quali gli animali furono sepolti in piedi con la testa rivolta verso sud. Si attraversa il silenzio del deserto nubiano per raggiungere il Barkal, la rossa montagna solitaria ritenuta sacra fin dall'antichità, che ha ai piedi le vestigia dell'antica Napata ed alle spalle le piramidi di Karima dal profilo slanciato perfettamente conservate, dove venivano sepolti i faraoni. Del tempio di Ammon, costruito per volontà di Tutankamen intorno al 1.200 a.C. e successivamente ampliato ed impreziosito, rimangono alcune colonne scolpite raffiguranti il dio e gli altari, blocchi di granito decorati con geroglifici. Accanto rovine di statue, di sfingi e di arieti fanno ipotizzare una strada sacra fino all'imbarcadero sul Nilo. Dall’alto del Barkal, da non perdere, la magnifica vista mozzafiato sul sito e sull’imponente fiume Nilo. Cene e pernottamenti al campo.

17° giorno
Khartoum

Continuazione su Khartoum e sistemazione in albergo. Nel tardo pomeriggio escursione ad Omdurman, alla confluenza tra il Nilo Blu e il Nilo Bianco, il cui centro è invaso dal fantastico suk al quale si recano tutti i cittadini di Khartoum. Tra la folla si trova ogni tipo di mercanzia: dalle spezie al pellame, dai gioielli ai tessuti, una gioia per i sensi. La sera del venerdì di fronte alla moschea del cimitero si può assistere alla danza dei dervisci, che si muovono ritmicamente e girano vorticosamente al suono dei tamburi per un omaggio divino prima della preghiera. Cena e pernottamento in Hotel.

18° giorno
Italia

Trasferimento in aeroporto e imbarco sull’Italia.

Prezzo per persona in doppia – partenza da Roma/Milano – minimo 8 partecipanti con Tour Leader italiano: € 3100,00

La quota comprende:

  • I voli a/r in classe economy
  • Sistemazione in camere doppie standard a Khartoum e in tende doppie tipo igloo durante il circuito desertico
  • Trasferimenti da e per l’aeroporto
  • Circuito desertico a bordo di veicoli fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser – 4 passeggeri per veicolo
  • Pensione completa tranne i pasti a Khartoum
  • Tutte le escursioni e le visite citate nel programma


La quota non comprende:

  • **Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge
  • Il visto d’ingresso (€ 100,00)
  • L’assicurazione medico-bagaglio (€ 70,00)
  • Le visite a Khartoum
  • Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
  • Le tasse d’ingresso ai siti (10 usd per sito) e i permessi video


Supplementi:

  • Sistemazione in singola: € 160,00
  • Assicurazione annullamento facoltativa.



** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.


Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 3100
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Tasse aeroportuali indicativamente* € 240
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 160
Visto di entrata nel paese/i € 100
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 240
Sistemazione in singola € 160
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80
Visto di entrata nel paese/i € 100




Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

Kartoum, Naga, Mussawarat, Meroe, Onib Crater, Wadi Allaqui, Berenice Pancrisia, Fort Murrat, Stazione n. 6, Soleb, El Kurru, Kerma, Old Dongola, Omdurman.

In Breve...

lungo piste carovaniere e wadi disidratati questa odissea sahariana porta a Berenice Pancrisia, la mitica città d’oro dei Faraoni neri. Imponenti vestigia di era faraonica e villaggi nubiani dall’architettura elegante ed essenziale sorgono sulle rive del Nilo, linfa vitale del paese. Un circuito che permette, grazie alla modernizzazione della viabilità degli ultimi anni, di visitare in diciotto giorni proprio tutto il Nord del Sudan, attraversando il deserto, sostando nei numerosi siti archeologici, incontrando la gente, ospitale e gentile.

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i da ottenere in Italia