1° giorno
Italia-Bamako
Voli di linea. Cena libera. Arrivo a Bamako in tarda serata. Pernottamento all'hotel Rabelais.
2° giorno
Bamako-Timbuctu
Di buon mattino trasferimento in aeroporto per il volo su Timbuctu. Secondo l'autore dello storico Tarik Es Sudan la città fu fondata dai Tuareg alla fine del XII secolo nel punto d'incontro fra le carovane che scendevano dal Maghreb attraverso il Sahara e le piroghe africane che percorrevano il fiume con carichi d'oro provenienti dalle miniere del Burem. Nei secoli subì diverse invasioni: prima i Mandingo, poi i Songhai di Gao, i marocchini, i Peulh del regno di Macina e infine ancora i Tuareg. Lo splendore di Timbuctu, la ricchezza dei suoi mercati, l’elevatezza culturale del suo cenacolo di studiosi mussulmani, ma al tempo stesso la sua posizione di difficile accesso e la totale chiusura agli occidentali ne fecero una città mitica e misteriosa fino agli inizi del 1800. La storica moschea di Djingareiber è la sola aperta al pubblico, che può visitare le sale di preghiera, salire sulle terrazze ed ammirare il minareto. Importante la moschea di Sankoré che ospitava la Medersa, l’università islamica che nel XV secolo era tanto frequentata da aver incrementato la popolazione fino a farle raggiungere le centomila unità. Attualmente la città è in decadimento, ma può ancora vantare le vestigia di un affascinante passato testimoniato dalle abitazioni dai ricchi portali, dalle sue antiche moschee e dalla preziosa biblioteca, che conserva importanti manoscritti. Timbuctu affianca all’esigua popolazione stanziale un buon numero di nomadi, che piantano le loro tende in tutta la regione. Pensione completa in hotel.
3° giorno
Timbuctu-Mopti-Djenné
Trasferimento in aeroporto per il breve volo su Mopti. "La Venezia del Mali", titolo un pò eccessivo di cui si fregia Mopti, è composta da tre isolotti legati tra loro da dighe. Il Niger ed il Bani uniscono qui le loro acque e contribuiscono a rendere Mopti un importante nodo commerciale, grazie al porto, all’aeroporto ed alle strade che vi confluiscono. Tutte le popolazioni si incontrano, transitano, si insediano, anche stagionalmente. Nel porto si stipano le grosse piroghe da carico con il tetto di stuoia, colme di merci e gremite di passeggeri estemporanei, intorno si affollano i mercanti, che sulle rive scaricano la mercanzia e spesso già iniziano la vendita: c’è il settore del pesce affumicato; quello del sale che arriva dalle miniere di Taoudenni, nel Sahara; quello della chincaglieria, delle stuoie, della legna da bruciare… in un insieme festoso che colpisce il visitatore. Il mercato raccoglie tutto ciò che di artigianale si può desiderare, dai gioielli, poveri o preziosi, ai legni scolpiti, alle terrecotte, ai tessuti. Breve escursione sul Bani con la tipica imbarcazione locale: la piroga dal fondo piatto. I pescatori solcano il fiume con le loro piccole piroghe a pertica, ma se il vento lo consente stendono le loro fantasiose vele fatte di coperte colorate, pezzi di plastica, sacchi usati per l’imballaggio dei cereali, e con gesto ampio lanciano in acqua grandi reti circolari, oppure poggiano le nasse, o bloccano con enormi reti interi bracci di fiume, o ancora… In posizione strategica un ristorante tipico domina il porto e pranzare sulla terrazza è d’obbligo. Nel pomeriggio partenza per Djenné. Dopo un tratto di strada asfaltata si traghetta il fiume con una chiatta a motore per raggiungere la "regina del delta", nella serata che precede il suo giorno di mercato. I mercanti più importanti hanno già traghettato i pesanti camion, ma l’indomani mattina vi sarà il vero afflusso delle genti di varie etnie, che arrivano con i carretti e a piedi per vendere e comperare. Cena e pernottamento al Campement.
4° giorno
Djenné-Mopti
L’antica cittadina fu fondata presumibilmente intorno all’VIII secolo al centro di una laguna comunicante con i fiumi Niger e Bani. La sua architettura sia religiosa che civile è il risultato di diverse influenze culturali che si sono fuse fino ad assumere caratteristiche proprie, influenzando poi l’intera valle del Niger. L’unica, enorme moschea presenta una facciata ornata di colonne e ripartita da tre massicci minareti tronco-piramidali sormontati da uova di struzzo. E’ il più grande monumento in "banco" africano e senza dubbio la moschea più nota in Africa occidentale. Djenné fu un centro religioso e commerciale importante e lo stato si impegna per conservarla intatta nella sua struttura originale imponendo il banco, un impasto di argilla e paglia reso impermeabile spesso dall’aggiunta di sterco, anche all’edilizia attuale: con esso si fanno i mattoni che saranno poi cotti al sole e l'intonaco che, steso prima della stagione delle piogge, proteggerà le costruzioni. Una passeggiata nei quartieri in stile arabo-africano permette di apprezzare le case a più piani le cui facciate segnalano l’etnia di appartenenza degli abitanti e le cui stanze si raccolgono intorno al cortile interno, l'intrico delle strette viuzze in terra battuta, il garbuglio spontaneo eppure armonioso degli spazi che si compenetrano, le ampie terrazze e le "torri-latrina", astuto espediente per un abitato che manca di sistema fognario. Ma la più grande emozione si vive girovagando per il mercato che si tiene il lunedì sulla grande piazza antistante la moschea, a confermare il felice connubio tra potere religioso e potere commerciale che fece nei secoli la fortuna della città: colori, brusìo, odori penetranti… un totale coinvolgimento dei sensi. Il mercato raggiunge il suo apice prima di mezzogiorno, poi l’afflusso diminuisce e tutti iniziano la lunga strada del ritorno. Anche noi nel pomeriggio riattraversiamo il fiume per continuare poi verso Mopti. Nel tardo pomeriggio e la sera ci si può dedicare allo shopping: nelle botteghe degli “antiquaires” si curiosa, si conversa, si discute sul prezzo… e si acquista senz’altro qualcosa per ricordare la piacevolezza del momento. Cena e pernottamento al Relais Kanaga.
5° e 6° giorno
Paese Dogon
Una strada recentemente asfalta porta a Bandiagara, cittadina dogon. Poi una pista conduce a Sangha, un raggruppamento di villaggi. Ogol alto ed Ogol basso ne costituiscono il cuore, divisi tra di loro dalla pista principale che viene da Mopti. Sono insediamenti tipici e la visita permette di osservare le varie costruzioni tradizionali. Le case sono affiancate da granai coperti da un tettuccio conico in paglia, ed il villaggio presenta alcuni edifici di uso comunitario: dalla ghinna, la casa del patriarca custode del culto degli antenati, alle capanne mestruali, dove le donne si isolano periodicamente, dai binou, case dei feticci, ai togu na, dove gli uomini si riuniscono per discutere o riposare. Il mattino successivo un breve trekking ci porta a Banani, ai piedi della falesia. Il popolo Dogon è originario della regione del Mandé da cui si allontanò intorno al X secolo quasi certamente per proteggere la propria identità culturale e religiosa. Si stabilì in questa regione montuosa scoscesa e quasi irraggiungibile e ciò ha permesso di mantenere quella cultura originale che tanto ha interessato gli antropologi del secolo scorso e che lo rende il popolo etnologicamente più interessante di tutto il Mali. La vita dogon è permeata di spiritualità che genera tra l’altro una serie di manifestazioni artistiche: sculture, maschere rituali, porte e finestre in legno intagliato, strumenti musicali e danze cerimoniali. I villaggi dogon sono formati da piccole capanne ed arrampicati sulla falesia di Bandiagara in posizioni spettacolari, tra blocchi di arenaria e cavità naturali, perfettamente mimetizzati. Sopra ai villaggi, nelle grotte che crivellano la falesia, vegliano i sepolcri, nei quali i morti vengono issati per mezzo di corde. Una duna lunghissima corre parallela alla falesia, creando una vallata disseminata di baobab e tamarindi nella quale i dogon coltivano il miglio. I Dogon, circa 300.000, traggono il loro sostentamento dall'agricoltura. Il prodotto per il quale sono conosciuti è la cipolla, piccola e dolce, che cresce con grande difficoltà in terrazzamenti suddivisi in parcelle di terreno minuscole, create con terra trasportata in prossimità di corsi d’acqua chiusi da dighe e sbarramenti, ed annaffiate costantemente a mano. Pensione completa al Campement, struttura molto semplice.
7° giorno
Sangha-Segou
Si riprende la strada asfaltata. Il percorso attraversa molti villaggi e permette di avvicinare e riconoscere le varie popolazioni dalla forma diversa di capanne e granai, dal diverso gusto nella decorazione e dalla strutturazione del villaggio, dal concetto particolare di ”urbanistica”, frutto di differenti tradizioni e specializzazioni e dovuto a diverse organizzazioni sociali. I Bambara si riuniscono per gruppi familiari fino a formare un villaggio, ed ogni “grande famiglia”, intesa nel senso più ampio del termine, vive e svolge le attività quotidiane all’interno di un ampio cortile recintato, la “concessione”, in cui si trovano le piccole costruzioni che fungono da cucina, ripostiglio, camera da letto. I Bobo concentrano in un’area i caratteristici granai sopraelevati, anche se di proprietari diversi, mentre i Peulh fondono le loro abitazioni di fango l’una nell’altra a formare un labirinto armonico e un gioco di volumi del tutto originale dominato dall’immancabile moschea in puro “stile sudanese”. Una sosta è d’obbligo a San per ammirare una delle più antiche moschee del paese. Eppure siamo nella regione dei Bobo, popolazione animista in parte convertita al cristianesimo. Ecco perché appaiono, tra i montoni, le pecore e le galline che popolano tutti i villaggi maliani, anche i maialini! L’artigianato di San è noto. Splendidi i bogolan, strisce di cotone rustico tessute con piccoli telai, assemblate e dipinte con il fango nei caratteristici disegni geometrici. Simpatiche ed allegre le zucchette decorate con vernici dai colori vivaci. La strada continua fino a Bla, villaggio che sorge all’incrocio con le arterie che portano alle città meridionali del paese ed al Burkina Faso. Si trova poi Segou "la coquette", importante cittadina sul Niger, prospero centro della coltivazione del riso. Lungo il viale d’accesso vari edifici coloniali ricordano i tempi in cui fu la capitale del paese. Cena e pernottamento in hotel.
8° giorno
Segou-Bamako
Si lascia Segou per l’ultimo strappo prima di raggiungere la capitale. Pranzo libero. Bamako è attraversata dal Niger, sulle cui rive palpita l’operosità: piroghieri che caricano e scaricano merci e persone, lavandaie e tintore con i panni variopinti stesi al sole, ortolani che coltivano piccole parcelle lambite dall’acqua. Il mattino visita della città. Bamako si sta abbellendo con monumenti ed edifici pubblici che affiancano i vecchi edifici lasciati dai coloni francesi, ma rimane un grosso villaggio con estesi quartieri di case in banco. Il centro è piccolo ma invaso da mercati, traffico caotico e tante curiosità. C’è il mercato centrale, colmo all’inverosimile delle più svariate mercanzie, dalle stoffe agli utensili di ogni genere, dall’incenso alle scarpe di plastica; c’è il mercato dei generi alimentari, dove splendidi manghi si offrono insieme a lussureggianti insalate, rossi peperoncini e spezie dai profumi violenti; c’è poi il mercato della carne, dove un cantuccio è riservato al macello di piccoli animali ed alla immediata vendita delle loro carni, spettacolo crudo per la nostra sensibilità europea; e quello del pesce, al quale il Niger contribuisce offrendo una ricca varietà; c’è il mercato artigianale, dove si lavorano prodotti primi locali: oro, pelle, cotone, legno, osso, e quello del “recupero”, in cui si allineano bottiglie vuote e lattine alle quali è stato inserito un manico per trasformarle in recipienti, ma nel quale anche si battono le lamiere di fusti vuoti di carburante o lubrificante per ottenere bauli grandi e piccoli da decorare; c’è il mercato della medicina tradizionale, veramente curioso, dove si offrono varie erbe fresche ed essiccate ma anche becchi d’uccello, unghie di scimmia, brandelli di pelle, denti di caimano… E tra un mercato e l’altro il viavai incessante degli ambulanti che portano sulla testa la loro scarsa mercanzia e la offrono a tutti i passanti. Ebbene sì, Bamako vive molto al mercato… Cena libera. In serata trasferimento in aeroporto.
9° giorno
Bamako-Italia
Imbarco sul volo di linea. Arrivo in Italia.
Prezzo per persona in doppia € 1.650,00. Minimo 4 partecipanti con guida locale.
La quota comprende:
· Circuito a bordo di minibus e piroga, come da programma
· Sistemazione per in camere standard a due letti
· Pensione completa tranne i pasti a Bamako
La quota non comprende:
• Voli internazionali a/r : su richiesta
· Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge: € 342,02(calcolate per la partenza da Roma in data 20-10-10)**
· Il visto d’ingresso (€ 60)
· L’assicurazione medico/bagaglio (€ 70)
· I pasti a Bamako
· Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
Supplementi:
· Sistemazione in singola: € 210,00
· Partenza da altri aeroporti: su richiesta
· Assicurazione annullamento facoltativa.
** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
data di partenza | rientro | Note particolari | Prezzo | HS | Calc |
---|
Descrizione | Costo | |
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Costi fissi | ||
Prezzo base a persona in camera doppia | € 0 | |
isc + assicurazione medico/bagaglio | € 80 | |
Supplemento alta stagione | € 0 | |
Tasse aeroportuali indicativamente* | € 0 | |
Costi accessori e supplementi | ||
TOTALE DEI COSTI |
Costo a persona | Prezzo |
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Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto | € 0 |
Sistemazione in singola | € 0 |
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio | € 80 |
Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.
Timbuctu, Mopti, navigazione sul fiume Niger, mercato e moschea di Djennè, falesia Dogon, Segou, Bamako.
Le popolazioni: Dogon, Bambara, Bobo, Bozo, Peulh.
un tuffo nell’Africa vera, breve ed intenso, per rientrare dopo soli nove giorni di viaggio completamente rinnovati, sazi di emozioni, immagini, volti e ricordi grazie ad un itinerario tanto comodo quanto vario, con tutti i pernottamenti in albergo. Ogni giorno riserva una sorpresa: Timbuctu, Djennè, il fiume Niger, la falesia Dogon, i mercati... tutti i punti salienti del Mali per apprezzare al meglio questo paese ricco di storia, di architettura, di musica, di etnie. Una popolazione aperta e coinvolgente, che vive la propria “povertà” con dignità ed allegria.