1° giorno
Italia-Bamako
Voli di linea. Arrivo a Bamako. Pernottamento in hotel.
2° giorno
Bamako-Segou-San
Si lascia la chiassosa Bamako tra campi coltivati e ricchi frutteti. Piante di mango, anacardo e karitè sfilano lungo la strada asfaltata fino a Segou, antica capitale durante la colonizzazione francese di cui si possono vedere ancora i grandi edifici amministrativi in stile neo-sudanese. Qui la sosta è obbligata! Il lunedì lungo le sponde del Niger, dove l'asfalto incontra il fiume, un andirivieni di carretti e piroghe da vita ad un fantastico mercato: vasellame, pesce fresco, secco, affumicato arriva dai villaggi lungo il fiume per essere scambiato con i prodotti delle campagne. Nel pomeriggio il viaggio continua verso nord-est e Il paesaggio si inaridisce fino a diventare la caratteristica "brousse", la savana arbustiva interrotta da giganteschi baobab. Il percorso attraversa molti villaggi e permette di avvicinare e riconoscere le varie popolazioni dalla forma diversa di capanne e granai, dal diverso gusto nella decorazione e dalla strutturazione del villaggio, dal concetto particolare di ”urbanistica”, frutto di differenti tradizioni e specializzazioni e dovuto a diverse organizzazioni sociali. I Bambara si riuniscono per gruppi familiari fino a formare un villaggio, ed ogni “grande famiglia”, intesa nel senso più ampio del termine, vive e svolge le attività quotidiane all’interno di un ampio cortile recintato, la “concessione”, in cui si trovano le piccole costruzioni che fungono da cucina, ripostiglio, camera da letto. I Bobo concentrano in un’area i caratteristici granai sopraelevati, anche se di proprietari diversi, mentre i Peulh fondono le loro abitazioni di fango l’una nell’altra a formare un labirinto armonico e un gioco di volumi del tutto originale dominato dall’immancabile moschea in puro “stile sudanese”, bellissima quella di San, una delle più antiche moschee del paese, che domina maestosa la piazza alberata di questa piccola cittadina. Eppure siamo nella regione dei Bobo, popolazione sostanzialmente animista e parzialmente convertita al cristianesimo. Ecco perché appaiono, tra i montoni, le pecore e le galline che popolano tutti i villaggi maliani, anche i maialini! L’artigianato di San è noto. Splendidi i bogolan, strisce di cotone rustico tessute con piccoli telai, assemblate e dipinte con il fango nei caratteristici disegni geometrici. Simpatiche ed allegre le zucchette decorate con vernici dai colori vivaci. Notte in Hotel.
dal 3° al 5° giorno
Il Paese Dogon
Costruiti in pietra sulla cima di roccioni d'arenaria e circondati da basse muraglie, i primi villaggi Dogon, sono difficilmente accessibili ed il loro mimetismo è tradito solo dall’appuntita copertura dei granai che spunta qua e là tra le rocce. Nando, affascinante insediamento nascosto in una piccola e suggestiva valle, invisibile dalla piana, può essere scoperto e conquistato dopo una breve ma ripida salita. La sua minuscola, stupenda moschea è una delle più belle di tutto il Mali e presenta elementi architettonici e decorativi unici in tutta la regione. Quando lo stato della pista lo permette si arriva anche alla base di Niongono dove grazie ad un facile sentiero o ad una rustica scalinata rocciosa si sale sulla piccola altura a ferro di cavallo, dominata dal villaggio, per una passeggiata tra strette viuzze e scale scolpite in tronchi d’albero per poi proseguire verso Bandiagara, il centro abitato più importante dal quale prende il nome l’intera falesia. I Dogon , circa 300.000, traggono il loro sostentamento dall'agricoltura. Nelle zone pianeggianti coltivano miglio e mais, ma il prodotto agricolo per il quale sono conosciuti è la cipolla, piccola e dolce, che cresce con grande difficoltà in terrazzamenti suddivisi in parcelle di terreno minuscole, create con terra trasportata in prossimità di corsi d’acqua chiusi da dighe e sbarramenti, ed annaffiate costantemente a mano. Nei pressi di Dourou il paesaggio è mozzafiato: una stradina scende dal dirupo della falesia direttamente su di una duna di sabbia rossa a cui fa da sfondo la sconfinata piana di Gondo, punteggiata di baobab, villaggi dogon e piccoli accampamenti di pastori Peul. Il popolo Dogon è originario della regione del Mandé da cui si allontanò intorno al X secolo quasi certamente per proteggere la propria identità culturale e religiosa. Si stabilì in questa regione montuosa scoscesa e quasi irraggiungibile e ciò ha permesso di mantenere quella cultura originale che tanto ha interessato gli antropologi del secolo scorso e che lo rende il popolo etnologicamente più interessante di tutto il Mali. La vita dogon è permeata di spiritualità che genera tra l’altro una serie di manifestazioni artistiche: sculture, maschere rituali, porte e finestre in legno intagliato, strumenti musicali e danze cerimoniali. I villaggi dogon sono arrampicati sulla falesia di Bandiagara in posizioni spettacolari, tra blocchi di arenaria e cavità naturali. Sono formati da piccole capanne affiancate da granai coperti da un tettuccio conico in paglia, e presentano alcuni edifici di uso comunitario: dalla ghinna, la casa del patriarca custode del culto degli antenati, alle capanne mestruali, dove le donne si isolano periodicamente, dai binou, case dei feticci, ai togu na, dove gli uomini si riuniscono per discutere o riposare. Sopra ai villaggi, nelle grotte che crivellano la falesia, vegliano i sepolcri, nei quali i morti vengono issati per mezzo di corde. Lasciando la falesia,oltre le dune , nella piana che sconfina nel Burkina Faso, sorgono villaggi dogon che si differenziano dagli insediamenti della falesia principalmente per la fattura dei pilastri di sostegno dei togu na: lignei e scolpiti quelli della piana, in terra o sassi quelli della falesia. Nella piana stanziano anche alcune comunità Peulh, dalle ricercatissime e preziose acconciature, che scambiano con i Dogon i propri prodotti: latte e carne bovina contro verdura e cereali. Campi.
6° giorno
Timbuctu
Il 6° giorno ci si lascia alle spalle la falesia a Douentza e ci si avvia lungo la pista di Bambara Maoundè per raggiungere Timbuctu dopo aver attraversato il Fiume Niger. Secondo l’autore dello storico Tarik Es Sudan la città fu fondata dai Tuareg alla fine del XII secolo nel punto d'incontro fra le carovane che scendevano dal Maghreb attraverso il Sahara e le piroghe africane che percorrevano il fiume con carichi d'oro provenienti dalle miniere del Burem. Nei secoli subì diverse invasioni: prima i Mandingo, poi i Songhai di Gao, i marocchini, i Peulh del regno di Macina e infine ancora i Tuareg. Lo splendore di Timbuctu, la ricchezza dei suoi mercati, l’elevatezza culturale del suo cenacolo di studiosi mussulmani, ma al tempo stesso la sua posizione di difficile accesso e la totale chiusura agli occidentali ne fecero una città mitica e misteriosa fino agli inizi del 1800. La storica moschea di Djingareiber è la sola aperta al pubblico, che può visitare le sale di preghiera, salire sulle terrazze ed ammirare il minareto. Importante la moschea di Sankoré che ospitava la Medersa, l’università islamica che nel XV secolo era tanto frequentata da aver incrementato la popolazione fino a farle raggiungere le centomila unità. Attualmente la città è in decadimento, ma può ancora vantare le vestigia di un affascinante passato testimoniato dalle abitazioni dai ricchi portali, dalle sue antiche moschee e dalla preziosa biblioteca, che conserva importanti manoscritti. Timbuctu affianca all’esigua popolazione stanziale un buon numero di nomadi, che piantano le loro tende in tutta la regione.
7° giorno
Timbuctu-Mopti
Al mattino si assiste al risveglio della città, rallegrato dai fuochi dei rustici forni da pane che fanno bella mostra di sé davanti a molte case. Si ripercorre la pista per raggiungere nuovamente la strada asfaltata. Prima di arrivare a Mopti si possono ammirare due belle moschee: a Boré, nella brousse, e a Konna, sul fiume. “La Venezia del Mali”, questo il titolo un po’ eccessivo di cui si fregia Mopti per il fatto di essere composta da tre isolotti legati tra loro da dighe. Il Niger ed il Bani uniscono qui le loro acque e contribuiscono a rendere la cittadina un importante nodo commerciale, grazie al porto, all’aeroporto ed alle strade che vi confluiscono. Qui tutte le popolazioni si incontrano, transitano, si insediano, anche stagionalmente. Cena e pernottamento in hotel.
8° giorno
Mopti
Mattina dedicata visita della a Mopti e al mercato che raccoglie tutto ciò che di artigianale si può desiderare, dai gioielli, poveri o preziosi, ai legni scolpiti, alle terrecotte, ai tessuti. Nelle botteghe degli “antiquaires” si curiosa, si conversa, si discute sul prezzo… e si acquista senz’altro qualcosa per ricordare la piacevolezza del momento. Poco distante, nel porto si stipano le grosse piroghe da carico con il tetto di stuoia, colme di merci e gremite di passeggeri estemporanei, intorno si affollano i mercanti, che sulle rive scaricano la mercanzia e spesso già iniziano la vendita: c’è il settore del pesce affumicato; quello del sale che arriva dalle miniere di Taoudenni, nel Sahara; quello della chincaglieria, delle stuoie, della legna da bruciare… in un tutt’uno festoso che colpisce il visitatore. In posizione strategica un ristorante tipico domina il porto e pranzare sulla terrazza è d’obbligo.. Nel pomeriggio continuazione verso Djennè. Campo.
9° giorno
Djenné
Si traghetta il Bani, affluente del Fiume Niger, con una chiatta a motore per raggiungere Djenné, la "regina del delta", nel suo giorno di mercato. L’antica cittadina fu fondata presumibilmente intorno all’VIII secolo al centro di una laguna comunicante con i due grandi fiumi. La sua architettura sia religiosa che civile è il risultato di diverse influenze culturali che si sono fuse fino ad assumere caratteristiche proprie, influenzando poi l’intera valle del Niger. L’unica, enorme moschea presenta una facciata ornata di colonne e ripartita da tre massicci minareti tronco-piramidali sormontati da uova di struzzo. E’ il più grande monumento in "banco" africano e senza dubbio la moschea più nota in Africa occidentale. Djenné fu un centro religioso e commerciale importante e lo stato, supportato dall’Unesco, si impegna per conservarla intatta nella sua struttura originale imponendo il banco, un impasto di argilla e paglia reso impermeabile spesso dall’aggiunta di sterco, anche all’edilizia attuale: con esso si fanno i mattoni che saranno poi cotti al sole e l'intonaco che, steso prima della stagione delle piogge, proteggerà le costruzioni. Una passeggiata nei quartieri in stile arabo-africano permette di apprezzare le case a più piani le cui facciate segnalano l’etnia di appartenenza degli abitanti e le cui stanze si raccolgono intorno al cortile interno, l'intrico delle strette viuzze in terra battuta, il garbuglio spontaneo eppure armonioso degli spazi che si compenetrano, le ampie terrazze e le "torri-latrina", astuto espediente per un abitato che manca di sistema fognario. Ma la più grande emozione si vive girovagando per il mercato che si tiene il lunedì sulla grande piazza antistante la moschea, a confermare il felice connubio tra potere religioso e potere commerciale che fece nei secoli la fortuna della città: colori, brusìo, odori penetranti… un totale coinvolgimento dei sensi. Notte in Hotel a Mopti.
dall’ 10° al 11° giorno
Navigazione in piroga
Inizio della navigazione sul Niger con la tipica imbarcazione locale: la piroga dal fondo piatto e dalla copertura tonda rivestita di stuoie che garantiscono la necessaria ombra. Lungo il percorso si vedono sfilare villaggi la cui vita è incentrata sul fiume: le sue acque dissetano, abbeverano, annaffiano, lavano, trasportano, garantiscono un’abbondante pesca. I pescatori solcano il fiume con le loro piccole piroghe a pertica, ma se il vento lo consente stendono le loro fantasiose vele fatte di coperte colorate, pezzi di plastica, sacchi usati per l’imballaggio dei cereali, e con gesto ampio lanciano in acqua grandi reti circolari, oppure poggiano le nasse, o bloccano con enormi reti interi bracci di fiume, o ancora … Le rive del Niger, secondo le stagioni, offrono asilo a tutte le specie di uccelli acquatici dell'Africa occidentale, dal martin pescatore alla gru coronata, dal pellicano alla cicogna, dal cavaliere d’Italia all’airone cinerino: si potranno ammirare mentre la piroga scivola tranquilla sulle acque, seguendo la corrente. Isolate, le popolazioni sono estremamente calde ed accoglienti con i rari visitatori e permettono la visita dei saho, le case comuni dedicate alla gioventù e sempre gradevolmente decorate, piccoli gioielli di architettura spontanea. I campi vengono posti sulle rive del fiume.
12° giorno
Diafarabé-Bamako
Salutata la piroga si riparte su strada verso Markala, dove si attraversa l’unica diga sul Niger. E’ il territorio dell’Office du Niger e la regione del Macina: 90.000 Kmq. inondabili nei periodi di piena, verde di coltivazioni di riso e canna da zucchero, un immenso deserto di fango pietrificato durante la stagione secca, dove regnano l'immobilità e il silenzio turbati solo dallo sciacquio di una piroga o dal volo di un uccello, una piana sconfinata attraversata dalle mandrie di bovidi dei Peul, fantastiche apparizioni avvolte in nuvole di polvere. Si ritrova Segou, le sue botteghette artigianali lungo il fiume che cuociono giare di terra, le case tradizionali e… il “marché artisanal”, dove si possono acquistare molti prodotti maliani, rigorosamente fatti a mano: scatole ricoperte di cuoio e spade tuareg, zucche decorate, tessuti dipinti, stoffe per abiti o abiti confezionati, coperte in cotone e in lana, gioiellini di ogni tipo… difficile resistere ma bisogna riprendere la strada che porta a Bamako e al volo di rientro.
13° giorno
Italia
Voli di linea ed arrivo in Italia
Prezzo per persona in doppia – da Milano/Roma - minimo 10 partecipanti con Tour Leader italiano: € 2.520,00 Compresa Alta Stagione Aerea.
Prezzo per persona in doppia – da Milano/Roma - base 3 / 5 partecipanti con autista guida: € 2.520,00 Compresa Alta Stagione Aerea.
La quota comprende:
La quota non comprende:
Supplementi:
** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
I servizi in Mali sono pagati in Euro. Le quote offerte non sono soggette ad adeguamento valutario.
data di partenza | rientro | Note particolari | Prezzo | HS | Calc |
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Descrizione | Costo | |
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Costi fissi | ||
Prezzo base a persona in camera doppia | € 0 | |
isc + assicurazione medico/bagaglio | € 80 | |
Supplemento alta stagione | € 0 | |
Tasse aeroportuali indicativamente* | € 0 | |
Costi accessori e supplementi | ||
TOTALE DEI COSTI |
Costo a persona | Prezzo |
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Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto | € 0 |
Sistemazione in singola | € 0 |
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio | € 80 |
Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.
Bamako, Segou, mercato di Djennè, villaggi Dogon, falesia Dogon, Timbuctu, Mopti, navigazione sul NIger. Le popolazioni: Bambara, Bobo, Bozo, Peulh, Dogon.
un viaggio completo questo, per conoscere i vari aspetti del paese, per individuare le diverse sfaccettature del mondo africano, per apprezzarne le sfumature. L’ approccio alle piccole comunità agropastorali, ai gruppi di pescatori nomadi, provoca momenti di grande intensità. Un percorso che si sviluppa con veicoli fuoristrada ed in piroga “di lusso”, perché non si può dire di conoscere il Mali se non si è vissuto almeno un po’ lungo il fiume, vera anima di questa terra, da sempre motore essenziale della vita, della cultura e del commercio.