Dancalia Speciale Timkat

durata viaggio 17 giorni

Un itinerario unico, che abbina gli aspri paesaggi della Depressione Dancala, uno dei deserti più monumentali e inospitali del Pianeta - le solfatare di Dallol e il Vulcano Erta Ale - alla principale festività dei Copti. A partire dalla sera del 18 gennaio i Cristiani Copti d'Etiopia festeggiano il Timkat, la loro principale celebrazione religiosa: tre giorni di festa per ricordare il battesimo di Gesù nel Fiume iordano. I Tabot, le tavole dei Dieci Comandamenti - copia delle originali che sarebbero conservate nell'Arca dell'Alleanza - custodite nei Sancta Sanctorum di ogni chiesa, vengono portate in processione, accompagnate da canti, balli ritmati da tamburi, fino a uno specchio d'acqua che simboleggia il fonte battesimale e posti sotto una tenda sacra. La veglia dura tutta la notte e, al mattino del 19 gennaio, i sacerdoti benedicono i Tabot e le croci, mentre i pellegrini ripetono il rito del battesimo. Spinti da un fortissimo senso religioso, i contadini partono dalle in pellegrinaggio a piedi e a dorso di somaro per recarsi nelle principali chiese e santuari. Un evento da non mancare! Possibilità di effettuare anche solo la prima parte del viaggio (la Dancalia) o la seconda (circuito dell’Etiopia settentrionale in occasione del Timkat).

1° giorno (7/1)
Italia-Addis Abeba

In serata incontro dei partecipanti a Roma-Fiumicino (possibilità di partire da vari aeroporti italiani, su richiesta) e imbarco sul volo notturno diretto ad Addis Abeba. Notte in volo.

2° giorno (8/1)
Addis Abeba-Awash

Arrivo nella capitale etiope di primo mattino. Addis Abeba significa “il nuovo fiore" e fu inizialmente un piccolo villaggio lungo le rotte carovaniere. La sua importanza crebbe nel 1887, quando Menelik decise di farne la sua capitale. La tradizione diceva “la capitale è dove l’imperatore pone la sua tenda”, e l’imperatore si spostava nel paese occupando i territori in cui la disponibilità di legna da ardere permetteva una vita confortevole alla sua corte. Menelik, emulando la cultura europea, pose fine all’usanza e scelse una sede stabile. La crescita da allora è continuata ed è in continua evoluzione. Partenza con i fuoristrada per il Parco di Awash, nel cui territorio si trova Hadar, dove vennero trovati i resti di Lucy, il più celebre ominide della storia dell’umanità. Si scende dall’altipiano attraverso campi coltivati e villaggi per raggiungere Awash. Area protetta, il parco e la sua valle sono patrimonio dell’umanità dal 1980. Visita del parco: le cascate sul fiume e la piana degli Oryx,  le pendici del vulcano Fantalè e le sorgenti calde di Filwoha. Sistemazione in hotel.

3° giorno (9/1)
Lago Afrera

Ci si avvia verso la depressione dancala: il “cammino verso l’inferno”, il “deserto più caldo del mondo dove sopravvivono solo i sanguinari Afar”… nella letteratura non sono mancati gli epiteti per descrivere questa bizzarra e stupefacente regione del nostro pianeta, dove la vita oggi è semplicemente ridotta al simbolo della vita, il sale, prezioso alimento sufficiente solo a giustificare la presenza delle carovane afar. Attenzione: gli Afar sono un popolo fiero, interessante ed indipendente, per nulla sottomesso alle regole dell’autorità centrale. Quindi in tutta la Dancalia è d’obbligo chiedere l’autorizzazione prima di scattare una foto ad un membro di questa entnìa, pena grosse ed onerose complicazioni. Orgogliosi ed alteri, arrivano in tenuta tradizionale ai mercati settimanali con cammelli, capre e sale da vendere per procurarsi le cose di prima necessità, gli occhi profondi e vivissimi a sorvegliare le donne che si occupano delle transazioni. Alle donne appartengono le capre e i montoni, mentre gli uomini si riservano il dromedario, animale nobile mai cavalcato ma spesso pesantemente caricato. Un lungo nastro d’asfalto attraversa il territorio Danakil verso l’Eritrea e Djibouti. Poi a Serdo deviazione per il lago Afrera. Tribù diverse, divise per lignaggio, occupano territori ben delimitati con piccoli villaggi temporanei, i “burra”. Il potere centrale è lontano, non esiste, e la giustizia tradizionale è amministrata dall’assemblea dei capi-clan. Come presso tutti i popoli allevatori, la carne è consumata di rado, solo durante ricorrenze o riunioni importanti, mentre gallette di mais cotte in un forno scavato nel suolo, accompagnate da latte o yogurt, rappresentano la base dell’alimentazione. Gli uomini, asciutti e muscolosi, sono spesso a torso nudo, i fianchi avvolti in un panno tinta écru tenuto da una larga cintura dai molteplici scomparti, dove sono alloggiate cose indispensabili alla sopravvivenza come lamette e fiammiferi. Sul fianco, tenuto da un legaccio in cuoio, riposa il “gilè”, il celebre coltello. Le donne prima del matrimonio vanno a seno scoperto, drappeggiate dalla cinta ai piedi in tessuti colorati di cotone, mentre poi porteranno una leggera garza di tulle nero sulla testa e sui seni. Fronte e gote a volte sono scarificati, polsi e caviglie sono ornati di braccialetti, mentre intorno al collo file di perline multicolori si mischiano ad oggetti dagli insospettabili poteri magici. La capigliatura è oggetto di una cura e di un gusto particolari e viene suddivisa in finissime trecce raccolte ed elaborate con perline e vetruzzi. Lo sguardo è intensissimo, le occhiate fulminanti. Convertiti all’Islam da lungo tempo, pare dall’ottavo secolo secondo le tradizioni locali, gli Afar sono poligami e le fanciulle, sembra ancora oggi, sono sottoposte all’infibulazione. Ma ecco il lago Afrera, specchio d’acqua salmastra circondato da rocce basaltiche che una volta si chiamava Giulietti. Una misera oasi di palme dum è sorta negli anni attorno alle saline ai bordi del lago pullulanti di lavoratori. Notte in tenda.

4° e 5° giorno (10 e 11/1)
La salita all’Erta Ale

Numerosi gli insediamenti Afar prima di sbucare nella piana desertica di Dodom battuta dal vento. Arrivo infine a Ksrawat, dove si deve sostare per espletare le formalità e organizzare la salita alla vetta del vulcano. Comincia l’avvicinamento alla caldera dell’Erta Ale, “la montagna che fuma”. Raggiunto il campo base, si aspettano i cammelli e si prepara il carico: sono necessarie circa quattro ore di cammino per salire dalla depressione di meno 70 metri a una quota superiore ai 500 metri. Il campo base viene montato ai piedi del vulcano e ciò permetterà di partire alle prime luci dell’alba e proseguire con temperature non eccessive fino ai bordi del cratere. Lo spettacolo è impressionante e vale da solo il viaggio: si scende fino allo strato più recente di lava, un vero palcoscenico sulla maestosità e potenza del vulcano, mentre il lago di magma ribolle, ondeggia ed esplode con fragore  ipnotizzando gli sguardi. Mirabolante di giorno, al tramonto si accende di fuoco, infernale, sovrumano… Travolgente nel suo pathos il contatto con la sfera più intima e più viva della Terra, con le viscere brucianti, impossibili eppur fascinose, antichissime eppur in continua evoluzione del nostro pianeta. Che notte sul bordo del cratere, cullati dal rombo sordo e dalla luce rovente! Possibilità di forte vento.  Campi.

dal 6° all’ 8° giorno (12, 13 e 14/1)
La Piana del Sale-Dallol-Makallè

All’alba si ridiscende al campo base. La Dancalia è ai nostri piedi: in lontananza le montagne dell’altopiano etiopico disegnano l’orizzonte mentre verso oriente, le Alpi Dancale segnano il confine con l’Eritrea. Minuscole comunità Afar, ciuffi di palme dum e piccole dune introducono alla vera e propria Piana del Sale, 130 metri sotto il livello del mare. Una manciata d’individui si dedica qui all’estrazione del sale durante l’inverno, mentre durante l’estate il territorio viene quasi abbandonato a causa del caldo soffocante. Una breve pista raggiunge un deserto bianco, sconfinato e abbagliante. Al centro della piana uno sperone di roccia rossastra, una concrezione salina formata da solfato di magnesio, sorge come una piccola isola dal mare di sale che la circonda. Qui intorno, una volta estratto, il sale viene tagliato in blocchi, mentre i cammelli sostano nei pressi dell’immensa cava in attesa. Quando il sole comincia a calare è il momento in cui le carovane si rimettono in cammino e cominciano il viaggio verso l’altopiano. Magico! Centinaia e centinaia di cammelli si snodano in file tortuose nella luce crepuscolare, stagliandosi su orizzonti lattiginosi e tremolanti, riflettendosi nelle basse acque del lago Asale. Gli occhi feriti, le membra, i sensi finalmente si riposano, esausti. Il giorno successivo escursione ad uno dei luoghi più magici dell’Africa: Dallol, “il luogo degli spiriti”, dove gli italiani negli anni ‘30 costruirono una piccola base mineraria per l’estrazione del potassio. Dallol, un’incredibile e irreale collina alta una cinquantina di metri nel cuore della Dancalia, un inselberg vulcanico cresciuto sulla crosta salina della depressione dancala. Qui piccoli geyser e fumarole in perenne attività scolpiscono merletti fragilissimi, sculture multiformi e trasparenze. Il paesaggio si trasforma continuamente prendendo forme e colori irreali tra i fumi di microscopici coni vulcanici: una vera malìa. Un laghetto borbotta schizzando un liquido giallo ed oleoso, il sale si scioglie in croste croccanti e trine finissime. Dappertutto l’erosione ha creato paesaggi quanto mai improbabili e piccoli angoli d’impossibile bellezza. E’ un mondo di meraviglia, che neanche l’artista più estroso può immaginare! Poi ecco Ahmed Ela, “il pozzo di Ahmed”, insediamento di minatori e disperati sulla rotta delle carovane del sale, porta d’uscita per una risalita tra gole spettacolari sull’altopiano del Tigray. Il clima cambia completamente: dal caldo della depressione all’aria fresca e frizzante delle ambe. Lungo il percorso possibilità di incontro con gli Afar e le carovane del sale. Campi. L’8° giorno cena e pernottamento in hotel. Possibilità di partire dall’Italia il 13/1 per unirsi al gruppo e proseguire verso Lalibela, Gondar e il Lago Tana: partenza dall’Italia alla sera del 13/1, arrivo ad Addis Abeba al mattino del 14 e proseguimento in volo per Makallè nel pomeriggio del 14/1)

9° giorno (15/1)
Le chiese del Tigray

Visita di alcune delle meravigliose chiese costruite tra l'VIII e il XV secolo da mirabili artigiani, veri gioielli architettonici nascosti fra le montagne, in un paesaggio arido e roccioso di grandissima suggestione. Un’occasione da non perdere per venire a contatto con l’universo copto, le popolazioni dell’altopiano ed un’arte di matrice naïf di grande impatto, dai colori vivaci in contrasto con un mondo dominato dai candidi “chamma”, gli scialli da tutti usati. Un esempio per tutte: Abreha-We-Atsebeha, realizzata all'interno di una caverna naturale: una particolare luce soffusa illumina gli straordinari dipinti che impreziosiscono le pareti e crea in chi li osserva una sensazione di affascinata meraviglia. Sistemazione in hotel. Per coloro interessati solo alla parte Dancalia del viaggio oggi è previsto il volo verso Addis Abeba, dov’è prevista la camera in day use prima del transfer in aeroporto e dell’imbarco sul volo notturno di rientro in Italia (arrivo domani, 16/1).

10° e 11° giorno (16 e 17/1)
Makallè - Lalibela

Lasciati i paesaggi del Tigray ci si addentra nell’Abissinia profonda, quella delle celebri ambe, Dagli scenari drammatici fatti di valli scoscese, punteggiate da piccoli villaggi Abasha, per giungere a Lalibela. Lalibela è un luogo incredibile e le sue chiese sono indescrivibili. Nessun racconto riesce a far cogliere lo stupore che si prova di fronte alle sue chiese monolitiche, enormi massi messi a nudo scavando nel terreno e scolpiti fino a far loro assumere l’aspetto della chiesa, completa di porte e finestre ma anche ricca di decori sia all’interno che all’esterno. Lavoro immane, che richiede un progetto di tutto rispetto unitamente ad un’esecuzione precisa e sicura. E’ comprensibile che il racconto del missionario portoghese che per primo le visitò nel XIV secolo non sia stato creduto e che la leggenda ne attribuisca agli angeli la costruzione… Sono 12 le chiese di Lalibela, probabilmente opera di artigiani copti venuti dall'Egitto o da Gerusalemme. La tradizione racconta che sono state costruite prima del 1225 e nell'arco di 23 anni da Lalibela, imperatore della dinastia Zagué, che dedicò ogni suo avere alla costruzione della città santa. Sono tutte orientate, scavate in una pietra rossastra a grana grossa ed ancorate al suolo roccioso. Medhane Alem, “il salvatore del mondo”, la più grande ed una delle più belle, è delimitata da una trincea rettangolare e circondata da un porticato. La pianta di Ghiorghis è a croce greca e il tetto all'interno è sostenuto da quattro colonne collegate da archi. Solo la chiesa dedicata a Maryam è arricchita da notevoli pitture. All’esterno delle chiese si raccolgono in preghiera, riparati in nicchie scolpite nella roccia, i monaci eremiti ai quali è affidata la custodia. Cunicoli e passaggi scavati nella pietra mettono in comunicazione alcune chiese e permettono di ammirare nel suo complesso questo monumento litico alla religiosità unico al mondo. Sistemazione in hotel.

12° e 13° giorno (18 e 19/1)
Gondar e il Timkat

Si raggiunge via terra Gondar, l’antica capitale del paese, sede degli Imperatori d'Etiopia nei sec. XVII-XVIII. Molto pittoresche le rovine dei castelli imperiali e le decine di antiche chiese che rendono la cittadina estremamente interessante. Fasiladàs il Grande intorno al 1635 la elesse a sua sede fissa e vi fece costruire grandiosi edifici. I suoi successori continuarono la sua opera ed ora i "castelli di Gondar" testimoniano lo splendore di epoche passate. Il grande "Castello di Fasiladàs" presenta quattro torri angolari rotonde, un torrione quadrato e due piani con slanciati portali e finestre in tufo di Cusquàm di un bel colore violaceo. Il Bagno di Fasiladàs, costituito da un padiglione rettangolare che si affaccia su di un'ampia piscina, da luogo di svago dell’imperatore è divenuto bacino battesimale per i copti e sede dei festeggiamenti per la Timkat che si protraggono dalla sera del 18 al 19 gennaio. Su di un’altura sorge la chiesa di Debrà Berhàn Selassiè,“la luce della Trinità”, la cui facciata ricorda lo stile dei castelli. All’interno le pareti sono coperte da scene di eventi biblici e dal soffitto ligneo guarda una moltitudine di serafini dai grandi occhi sgranati. Sistemazione in hotel.

14° e 15° giorno (20 e 21/1)
Bahir - Lago Tana

Una pista gira intorno al lago da oriente e conduce a Bahir Dar, cittadina che sorge sulle rive del Lago Tana. Una pista porta verso la splendida cascata formata dal Nilo Azzurro. Tississat, l’"acqua che fuma", si raggiunge a piedi con una breve passeggiata su di un sentiero. Si annuncia da lontano con il sordo rumore dell’acqua e le nubi di vapore acqueo si innalzano nel cielo condensandosi in minute goccioline che per effetto della rifrazione dei raggi del sole creano stupendi arcobaleni. Il fiume a monte scorre quieto ed ampio tra rive rivestite di florida vegetazione. In questo punto si allarga ancor di più e precipita con un salto di circa 45 metri tra le rocce. Lo spettacolo è grandioso (la portata d’acqua si è sensibilmente ridotta in seguito alla costruzione di un impianto idroelettrico). La giornata continua con l’escursione in battello sul lago Tana per visitare alcune chiese e monasteri che custodiscono dei veri tesori: pregevoli icone, manoscritti miniati e superbe croci che vengono impugnate come ostensori durante le processioni. Le chiese stesse sono di notevole interesse artistico e mostrano pareti affrescate con scene del Nuovo Testamento e della vita dei santi locali. Lo stile pittorico molto particolare ed i soggetti a volte bizzarri rendono il tutto estremamente originale. Abitate solo da monaci, le chiese sono isolate e nascoste da una fitta vegetazione. Sulle rive del lago abitano gli Uoito che utilizzano per gli spostamenti e la pesca le tipiche "tanquà", leggerissime imbarcazioni dalla forma simile ad una canoa costituite esclusivamente da papiri legati insieme. Sistemazione in albergo.

16° giorno (22/1)
Bahir Dar – Addis Abeba

In tarda mattinata transfer in aeroporto e imbarco sul volo diretto ad Addis Abeba. Il mercato, uno dei più grandi dell’Africa, offre mercanzie di ogni genere ed è affiancato da negozi in cui si vendono ottimi prodotti artigianali. Il Museo Nazionale ed Etnografico ospita lo scheletro di "Lucy", l'Australopitecus Afareensis vissuto tre milioni di anni fa e ritrovato nella valle dell’ Awash nel 1974, oltre a molti reperti di grande interesse. Camere in day use prima del transfer in aeroporto e imbarco sul volo di rientro in Italia.

17° giorno (23/1)
Arrivo in Italia

Arrivo in Italia di primo mattino.

 

Possibilità di partecipare solo alla parte Dancalia dell'itinerario dal 7 al 16/1 o solo alla parte Etiopia del Nord dal 13 al 23/1
 


 

TSPrezzi per persona in camera/tenda doppia – partenza da Roma – minimo 10 partecipanti con tour leader dall’Italia

 

Tutto l'itinerario = € 4080,00

Solo Dancalia (dal 7 al 16/1) = € 3020,00

Solo Etiopia del Nord (dal 13 al 23/1) = € 2770,00

Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 4080
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 0
Tasse aeroportuali indicativamente* € 304
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 390
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 304
Sistemazione in singola € 390
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80


La La quota comprende:

  • I voli a/r da Roma con Ethiopian Airlines in classe economy
  • Sistemazione in camere doppie standard e in tende doppie tipo igloo, come da programma
  • Tutti i trasferimenti
  • Circuito a bordo di veicoli fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser
  • Pensione completa, escluso ad Addis Abeba
  • Tutte le escursioni e le visite citate nel programma

La quota non comprende:

  •  Il visto d’ingresso , che si ottiene in aeroporto (USD 20,00)
  •  **Tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge (€ 304,00)
  •  Iscrizione ed assicurazione medico/bagaglio (€ 70,00)
  •  I pasti ad Addis Abeba
  •  Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
  •  Eventuali permessi foto/video

Supplementi:

  • Sistemazione in singola: € 390,00
  • Partenza da altre città italiane: € 170,00 + Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge (variabili in funzione dell’aeroporto scelto)**
  • Assicurazione annullamento facoltativa



Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

In Breve...

Un itinerario unico, che abbina gli aspri paesaggi della Depressione Dancala, uno dei deserti più monumentali e inospitali del Pianeta - le solfatare di Dallol e il Vulcano Erta Ale - alla principale festività dei Copti. A partire dalla sera del 18 gennaio i Cristiani Copti d'Etiopia festeggiano il Timkat, la loro principale celebrazione religiosa: tre giorni di festa per ricordare il battesimo di Gesù nel Fiume Giordano. I Tablot, le tavole dei Dieci Comandamenti - copia delle originali che sarebbero conservate nell'Arca dell'Alleanza - custodite nei Sancta Sanctorum di ogni chiesa, vengono portate in processione, accompagnate da canti, balli ritmati da tamburi, fino a uno specchio d'acqua che simboleggia il fonte battesimale e posti sotto una tenda sacra. La veglia dura tutta la notte e, al mattino del 19 gennaio, i sacerdoti benedicono i Tablot e le croci, mentre i pellegrini ripetono il rito del battesimo. Spinti da un fortissimo senso religioso, i contadini partono dalle in pellegrinaggio a piedi e a dorso di somaro per recarsi nelle principali chiese e santuari. Un evento da non mancare! Possibilità di effettuare anche solo la prima parte del viaggio (la Dancalia) o la seconda (circuito dell’Etiopia settentrionale in occasione del Timkat).

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i ottenibile in loco