I popoli dell'Omo River

durata viaggio 13 giorni

 

1° giorno (giovedì)
Addis Abeba-Arba Minch

Al mattino arrivo ad Addis Abeba e partenza immediata per il Sud. Si entra in una zona di laghi piccoli e grandi: Debre Zeit, con i suoi specchi d'acqua raccolti nei crateri vulcanici, i laghi Koka, Ziway, Shala, Abyata e Langano frequentati da una moltitudine di uccelli. Si attraversa la cittadina di Shashemene, terra dei Rastafari etiopi, per piegare verso Sud Ovest e raggiungere, attraverso paesaggi di colline lussureggianti ricoperte da ensete – il falso banano – Arba Minch, che domina i laghi Abaya e Chamo. Cena e pernottamento in albergo, situato in una splendida posizione panoramica. La vista dall'alto sulle acque rosate dell'Abaya ed azzurre del Chamo, separati solo da uno stretto lembo di terra, è sicuramente di grande suggestione.

2° giorno (venerdì)
In barca sul Lago Chamo-Konso

Al mattino escursione in barca sul lago Chamo per ammirare da vicino 0uccelli e coccodrilli dalle dimensioni mostruose. Nel pomeriggio si entra nella zona dai panorami ondulati abitata dai Konso, abili agricoltori sedentari che lavorano i fianchi delle colline in ordinati terrazzamenti trattenuti da pietre producendo banane, caffè, cotone e cereali. Strane stele antropomorfe sono infisse ovunque nei campi: sono statue funerarie. I bellissimi villaggi sono arroccati sull'alto delle falesie oppure cingono i picchi che dominano le valli. Una solida capanna dominata da una enorme volta di tronchi ricurvi segna l’ingresso e rappresenta il centro della vita sociale, il luogo dell’assemblea degli anziani. Il ruolo degli anziani è centrale nella società Konso, che praticano riti collegati al culto degli antenati e regolano la vita con complicati passaggi tra classi d’età. Gli abitanti dei villaggi sono molto numerosi, e la cinta in pietra e fango racchiude suddivisioni in gruppi familiari, a loro volta frazionati in cellule di 5 o 6 persone. Alle diverse capanne accuratamente rifinite sono attribuite precise funzioni: granai, depositi, cucine, camere. Sistemazione in albergo.

3° giorno (sabato)
Konso-il mercato di Dimeka

Lasciata la terra dei Konso cco apparire la sterminata valle del fiume Weyto, unico affluente del lago Chew Bahir, e si inizia una tortuosa discesa. E' l'Africa delle nostre fantasie, l'Africa del grande cinema e dei documentari. Ci dirigiamo nella regione ad Est del fiume Omo, là dove le colline incontrano le sterminate piane che si estendono a Sud fino a oltre il confine keniota. Terra di paesaggi primordiali, fatta di bush e cieli immensi, abitata da Hamer e Banna, due etnie di lingua omotica che condividono l’80% della lingua. E’ sabato, e a Dimeka è giorno di mercato. La piazza di terra battuta si riempie, a partire dalla tarda mattinata, di personaggi bizzarri che lasciano i propri villaggi prima dell’alba per incontrarsi settimanalmente qui e scambiare miele selvatico, cereali, terra rossa indispensabile per le acconciature, sale, tabacco. E’un’occasione per ritrovarsi e fare quattro chiacchiere, un’occasione d’incontro. E’ un tripudio di colori: uomini snelli dalle teste piumate e i cercini d’argilla, donne hamer con il bignere – il pesante collare che indossano solo dopo il matrimonio - gonne di pelle di capra bordate da cauri, caschetti di treccine minuziosamente impastati con terra rossa e grasso animale, giovani banna a seni nudi, le fronti cinte da fili di perline colorate. E’ un universo remoto nel tempo e nello spazio, davvero un mondo a parte. Qui il tempo sembra essersi fermato. Sistemazione in tenda o in un semplice albergo.

4° giorno (domenica)
I Karo – Turmi

Si parte in direzione ovest, verso le rive del fiume Omo, per raggiungere il territorio Karo. I Karo sono un’etnia in estinzione. Il loro numero si aggira ormai intorno ai 500 individui. Tra i popoli della bassa valle dell’Omo si distinguono per l’incredibile uso del body painting. Gli uomini si abbelliscono con piume di struzzo ed evidenti scarificazioni nelle quali inseriscono acqua e cenere provocando dei rigonfiamenti che disegnano geometricamente il corpo, oppure si dipingono con fantasia le membra. Disegni in ocra, calce bianca, polvere di ferro e carbonella diventano un abito originale sulla splendida struttura dei loro corpi alti ed atletici. Le donne portano un chiodo infisso nel mento, i capelli tagliati a calotta a formare una miriade di palline d’argilla. Il villaggio di Korcho, posto su di una scarpata che domina il corso lento delle acque brune dell’Omo, è l’immagine stessa dell’Africa perduta. Rientro a Turmi, sistemazione in tenda o in un semplice albergo.

5° giorno (lunedì)
i Dassanech di Omorate 

Al mattino ci dirigiamo a sud-ovest, verso le piane battute dai venti che continuano fino al lago Turkana e al Kenya, abitate da un’altra etnia di grande interesse, i Dassanech o Galeb. I Galeb vivono di allevamento e di un’agricoltura rudimentale in piccoli accampamenti di basse capanne dalla forma emisferica, in perenne conflitto con gli Hamer con i quali si contendono i pascoli. Popolo di guerrieri, fanno anch’essi grande uso delle scarificazioni. Il loro spirito bellicoso sembra essere stato forgiato dall’ambiente aspro in cui vivono. Il rientro a Turmi costituisce una splendida sorpresa: è giorno di mercato e le genti Hamer vi si recano “vestite” ed adornate con cura. Le mercanzie sono povere, ma risulta evidente la primaria importanza attribuita alla bellezza del corpo ed alla cura dei bovini. Le donne hamer sono bellissime con il loro caschetto di capelli acconciati a treccine. Indossano solo pelli in modo molto provocante e si decorano con anelli di metallo, fili di perline e tanti cauri, le piccole conchiglie che un tempo servivano da moneta. Gli uomini invece sfoggiano complicate acconciature ornate sulla sommità da una bella penna di struzzo. In mano l'immancabile poggiatesta, indispensabile per non guastare la “coiffure” durante la notte, utile durante tutta la giornata come seggiolino. E' una festa per gli occhi e per i sensi da non mancare. 

6° giorno (martedì)
Villaggi Hamer – Jinka

Giornata dedicata alla visita di alcuni villaggi Hamer. Interessanti gli incontri lungo il percorso con i pastori al seguito delle loro greggi. Si giunge a Jinka, importante centro amministrativo e commerciale della Bassa Valle dell’Omo. Sistemazione in un semplice albergo.

7° giorno (mercoledì)
il Mago Park-il popolo Mursi

Ci avviciniamo al Mago Park, la cui savana è a tratti impenetrabile, le piste a tratti infernali. Nella vasta area protetta vive una delle specie endemiche, la scimmia Colubus dal pelo nero frangiato di bianco, timida ed estremamente agile. Con un po' di fortuna si possono incontrare mandrie di antilopi, bufali ed elefanti in continua migrazione alla ricerca di pascolo. Ci aspetta l'incontro “ravvicinato” con un'altra etnìa di estremo interesse ma non troppo socievole, forse la più celebre, sicuramente la più “bizzarra”: i Mursi. Le donne portano grandi, impressionanti piattelli in argilla inseriti nelle labbra e nelle orecchie, segno di appartenenza al clan ed elemento di bellezza. Tutti si decorano il corpo con disegni geometrici ed abitano in capanne dall'entrata molto bassa. E' davvero un altro mondo, inimmaginabile per chi non c'è stato. In serata si fa rientro a Jinka, sistemazione in albergo.

8° giorno (giovedì)
Jinka-Key Afer-Arba Minch

L'ultima grande, indimenticabile pennellata, l'ultimo sguardo su questa umanità così diversa, così lontana, presente forse solo nel nostro immaginario, è data da Key Afer. Questa è la zona abitata da Tsamay e Benna dalle acconciature ridondanti di perline, cercini d'argilla e piume di struzzo, le donne vestite solo di pelli. La cosa che colpisce di più è il ritrovarsi magari seduti insieme, fianco a fianco, nel bailamme del bar locale: noi in pantaloni, con una birra in mano ed i capelli pettinati con la riga o a spazzola, e loro intenti a gustare da un piatto un intruglio indefinibile, col tipico gonnellino cortissimo, le gambe dipinte graziosamente accavallate, piume e pennacchi in testa, vistosi orecchini di perline ed una cinghietta metallica d'orologio al collo come pendaglio (è la moda del momento!). nel pomeriggio partenza per Arba Minch, sistemazione in hotel.

9° giorno (venerdì)
i Dorze – Awassa

Un’escursione su di una pista di montagna porta verso il villaggio di Chencha, a 2700 metri, centro del paese dei Dorze, popolazione che vive in alte e curiose capanne “a naso d'elefante” costituite da un'intelaiatura di bambù e ricoperte da foglie di finto banano. I Dorze sono noti per la loro abilità nella tessitura del cotone, loro attività prevalente. In serata si procede per Awassa, cittadina ai bordi del lago omonimo. Sistemazione in hotel.

10° giorno (sabato)
Awassa-Addis Abeba

Partendo da Awasa una visita s'impone al tipico mercato locale del pesce, affollato d'ingordi e pigri pellicani in trepida attesa del rientro dei pescatori. Iniziamo il trasferimento verso Nord. Vicino alla meta finale il traffico s'intensifica e diventa caotico: è Addis Abeba. Il nome significa “il nuovo fiore" e fu inizialmente un piccolo villaggio lungo le rotte carovaniere. La sua importanza crebbe nel 1887, quando Menelik decise di farne la sua capitale. La tradizione diceva “la capitale è dove l’imperatore pone la sua tenda”, e l’imperatore si spostava nel paese occupando i territori in cui la disponibilità di legna da ardere permetteva una vita confortevole alla sua corte. Menelik, emulando la cultura europea, pose fine all’usanza e scelse una sede stabile. La crescita da allora è continuata e la città è in continua evoluzione. Addis sorge a 2400 metri d'altezza e gode di un ottimo clima. Il Museo Nazionale ed Etnografico ospita lo scheletro di "Lucy", l'Australopitecus Afareensis vissuto tre milioni di anni fa e ritrovato nella valle dell’ Awash nel 1974, oltre a molti reperti di grande interesse. Camere in day-use in hotel, transfer in aeroporto e imbarco sul volo di rientro.
 
 
 
l’itinerario potrà essere invertito in base al giorno della settimana in cui è prevista la partenza. Le condizioni di alcune piste potrebbero implicare modifiche al programma.

Prezzi per persona in doppia – minimo 5 partecipanti con guida locale parlante italiano/minimo 10 partecipanti con tour leader italiano
 

 

Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 0
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 0
Tasse aeroportuali indicativamente* € 0
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 220
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 0
Sistemazione in singola € 220
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80


La quota comprende:
Sistemazione in camere doppie standard 
Trasferimenti da e per l’aeroporto ad Addis Abeba
Circuito a bordo di veicoli fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser
Pensione completa, esclusi i pasti ad Addis Abeba
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
 
La quota non comprende:
I voli da e per l’Italia
Il visto d’ingresso, che si ottiene in aeroporto (USD 50,00)
L’iscrizione ed assicurazione medico/bagaglio
I pasti ad Addis Abeba
Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
 
Supplementi:
Sistemazione in singola
 
 
** NOTA BENE: Data la variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile all’emissione dei biglietti aerei.

 

Le quote offerte si basano sul rapporto di cambio usd 1 = € 0,90 e sono suscettibili ad adeguamento valutario.



Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

Laghi della Rift Valley, lago Abaya, lago Chamo, Bassa Valle dell'Omo, mercato di Dimeka, Key Afer, Mago National Park, Jinka, Arba Minch, Addis Abeba. Popolazioni: Hammer, Mursi, Dorze, Galeb, Banna, Tzamay, Konso, Karo...

In Breve...

le donne Mursi inseriscono piattelli di terracotta decorata nelle incisioni praticate nel labbro inferiore e nei lobi delle orecchie, le Bume si coprono di pelli e di enormi collane colorate, le Karo infiggono profondamente un lungo ago nel mento, le Hammer lasciano il seno seminascosto tra i molti fili di collane. Anche gli uomini sono vanitosi. Il viver nudi li obbliga a limitarsi a decorazioni corporee: scarificazioni complesse, pitture bianche che contrastano bene sulla pelle scura, ciuffi di piume issate sulla testa rasata. È forse nata qui la Body Art?

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i ottenibile in loco
  • Consigliata la profilassi antimalarica