Sahara Egiziano

durata viaggio 18 giorni

1° giorno

Italia-Cairo-Ghiza

Partenza dall'Italia per il Cairo con volo di linea. Trasferimento in hotel.
Cena libera.
 

2° giorno

Ghiza-Bahariya-il Deserto Bianco

Si segue una buona strada asfaltata che corre verso sud-ovest in un territorio piatto interrotto da basse rocce e ristrette aree di dune, per poi venire a contatto con un ambiente caratteristico del Deserto Occidentale: l’oasi. Circondata da scarpate che riparano il ricco palmeto ecco apparire la prima, la piccola oasi di Bahariya. Dopo una breve sosta, continuazione verso quell’unica, fiabesca regione del Sahara che è il Deserto Bianco, per un campo decisamente indimenticabile. 
 

dal 3° giorno al 5° giorno

Deserto Bianco-Gran Mare di Sabbia- El Baz Crater

E’ una bizzarrìa della natura, impossibile non restare a bocca aperta: emergono fra le sabbie dorate inselbergs, gibbosità, gruppi di torrioni, frotte di mammelloni e funghi di una luminosità abbacinante, di un bianco cangiante dall’alba al tramonto, color pastello, rosa, giallo, azzurro e viola pallido. La singolarità di queste formazioni di “terre assorbenti”, che sembrano di gesso, ma che sono invece calcari e farine fossili, fa di questa terra un momento di contemplazione e meraviglia assolutamente imperdibili. Comincia qui, senza indugio, l’avventura che porterà dapprima al Baz Crater, per poi raggiungere il Gilf el Kebir ed infine, attraverso il Great Sand Sea, toccare l’oasi di Siwa. La prima parte dell'itinerario si snoda tra i filari di sabbia altamente spettacolari del Gran Mare di Sabbia orientale, in un paesaggio caratterizzato da grandi pianure, fantastici sif (lunghi cordoni di dune serpeggianti) e solitarie colline coniche, nere come il carbone. La sabbia che dal pallido sfuma al melone nella luce del meriggio caratterizza la regione in cui si trova la nostra prima meta: il Baz Crater, intitolato al geologo egiziano che per primo lo scovò studiando le mappe satellitari. Altamente spettacolare la visione dall’alto coi lunghi sif che si perdono all’orizzonte. Campi.
 

dal 6° giorno all’8° giorno

El Baz Crater-Gilf el Kebir

Dune e barkhane che si inanellano in arabeschi serpeggianti accompagnano i “vagabondi del Sahara” alla grande barriera di roccia nera che delimita l'altopiano del Gilf Kebir, irreale nell’immensità del deserto. Le scure pareti strapiombano sulla piana sabbiosa sottostante come inespugnabili baluardi che il tempo ha lacerato, provocando ferite profonde, gole e canyons. L’impatto è notevole e l’impressione è sicuramente di grande malìa. Vivida è la percezione della maestosa potenza che emana dal luogo e palpabile la sensazione di assoluta solitudine. Aqaba, il passo, la strettoia, il mitico canalone che permette di scendere dalle falesie occidentali del Gilf verso la linea di confine con la Libya è un appuntamento obbligato. Da qui i bastioni del grande altopiano introducono ai fantastici gruppi di pachidermiti, alle piccole barkhane di sabbia rossa, ai ritrovamenti di paleosuoli e ripari ai piedi di ciclopiche muraglie, forse ai bordi di antiche paludi, dove l’uomo ha lasciato utensili e rappresentazioni fantastiche del suo mondo. Come a Wadi Sura, nella celebre Grotta dei Nuotatori. Ma l’emozione più forte senza dubbio coglierà i visitatori della Grotta Foggini, la “Cappella Sistina del Sahara”, scoperta solo da una decina d’anni. Incredulità, stupore e meraviglia di fronte alle migliaia di pitture e di graffiti di questo riparo: sulla parete si muovono con grazia danzatori, suonatori, cacciatori, personaggi che sembrano specchiarsi nell’acqua, ancora tuffatori… scene di vita quotidiana rappresentate con gusto sollevano un velo sugli usi e costumi di un mondo scomparso, svelando uno scorcio d’eccezionale interesse… e poi un’insolita quantità d’impronte di mani, di piedi, e struzzi, gazzelle, giraffe e…strane, indecifrabili bestie tutt’ora materia d’interminabili dispute. Il tutto eseguito con una straordinaria eleganza del segno. Si tratta davvero della scoperta più importante degli ultimi decenni in Sahara, miracolosamente giunta vergine fino a noi dai recessi della preistoria. Infine non si possono dimenticare i resti dei campi di grandi esploratori come Hassanein Bey, Kemal el Din, Bagnold, Clayton, von Almasy, padri di un’epopea che fu l’anima ispiratrice delle gesta dei Long Range Desert Group, le “pattuglie del Deserto”… e i paesaggi di amplissimo respiro dalla sommità dell’altopiano: valli interminabili invase da dune, burroni e scarpate a picco che si aprono sull’infinito, antichi wadi con mirabolanti acacie. Era forse qui la misteriosa oasi perduta di Zerzura? Campi.
 

dal 9° al 12° giorno

Silica Glass e Gran Mare di Sabbia

La risalita verso nord è caratterizzata da larghissime piane che impercettibilmente si restringono tra lontanissimi, appena abbozzati filari di dune. Una sosta nella vasta regione di ritrovamento di quel vetro naturale color della giada o dell’acquamarina, il “vetro libico”, chiamato Silica Glass, è d’obbligo. Come pure s’impone la ricerca e la visita di alcuni dei paleosuoli di cui è prodiga la regione, ricchi di “amigdale”, monofacciali e bifacciali, raschietti, lame, coltelli e punteruoli. Poi i cordoni di sabbia si accentuano, le dune diventano sempre più alte e i corridoi sempre più stretti, fino ad ingarbugliarsi, su a nord, verso Siwa, dove il Grande Mare sembra davvero agitato e le ondate si succedono imponenti frangendosi le une sulle altre. E’ un mondo di sola sabbia interrotto appena da piccoli laghi ormai fossilizzati e formazioni rocciose di un bianco abbacinante costituite da agglomerati di conchiglie. Un’area rimasta inesplorata fino all’inizio del secolo scorso, quando fu visitata da spedizioni di cartografi inglesi e divenne poi il teatro delle incursioni impossibili delle pattuglie britanniche durante la seconda guerra mondiale. Campi. Il 12° giorno pernottamento a Siwa.
 

dal 13° al 17° giorno

Siwa-Tabaghbagh-El Areg-Ghard el Kebir-Cairo

La sosta a Siwa è necessaria per ripristinare vettovaglie e scorte di carburante. Questo permetterà a chi capita qui per la prima volta di apprezzare l’originalità di quest’oasi, così diversa da tutte le altre. Un mare verde che ondeggia nel vento, un miraggio vero: sono le palme dell'oasi il cui nome è noto da millenni. Celebre per i suoi laghi salati, Siwa è ricca anche di acqua dolce che sgorga da più di trecento sorgenti sparse tra palmeti, oliveti e giardini. La più conosciuta è Ain el-Hammam, “il bagno di Cleopatra”, dove la tradizione vuole che si bagnasse la bella regina egiziana. Al momento della migrazione Siwa è una tappa di ristoro anche per migliaia di uccelli. La popolazione è di origine berbera e vive in case a più piani che si serrano tra loro conferendo a Siwa l’aspetto di una cittadella fortificata. L’isolamento ha permesso il mantenimento di costumi e tradizioni proprie e di una lingua autoctona, il siwi. I prodotti dell’agricoltura sono molto apprezzati: olive, datteri ma anche frutta di tipo mediterraneo. Punto chiave delle vie commerciali del deserto, crocevia delle piste carovaniere che dall’Africa conducevano alle coste mediterranee, Siwa fu importante fin dai tempi più antichi. Nel mare di verde spiccano le macchie argillose delle rovine di Aghurmi e di Shali, antiche fortezze in terra cruda, e del Djebel el Mawta, la Montagna dei Morti, in cui sono state scavate numerose tombe all’epoca della 26a dinastia (una di queste è finemente affrescata ed in ottimo stato di conservazione). Qui si trova il tempio del famoso oracolo di Ammone, che nel 331 a.C. Alessandro Magno consultò per avere la conferma di essere davvero figlio di Zeus. Poi partenza verso le scogliere abbacinanti di Tabaghbagh ed El Areg, possenti, maestose, finemente sfumate da colori pastello stemperati nella luce. Grandi, abbaglianti guglie rocciose erose dal vento si affacciano sulla piana che si estende fino alla profonda depressione di Qattara, perdendosi su sfondi ocra e cioccolato, tra vaste aree di sabbia gialla imbiancate da nevicate di nummuliti. Nelle bianche pareti sono scavate innumerevoli tombe rupestri, alcune semplicemente decorate, che il silenzio e la monumentalità del luogo rendono molto suggestive. Da qui esplorazione di tutta quell’area che, stando ben a Nord della strada che conduce a Bahariya, passa per gli ammassi dunari di Ghard el Kebir per raggiungere infine l’asfalto che porta al Cairo. E’ una zona a noi sconosciuta, ricca di formazioni calcaree dell’era Cenozoica che, sbriciolandosi per l'erosione, permettono di reperire numerosi fossili. Trasgressioni e regressioni di un antichissimo Mare Nostrum hanno infatti depositato ed accumulato qui nummuliti (protozoi foraminiferi dell’Eocene a forma di piccoli dischi, come monetine, costituiti da una spirale su cui si aprivano varie concamerazioni), ricci, coralli, conchiglie e resti animali… Condizioni del terreno e difficoltà ignote suggeriscono una stima di tre giorni per cimentarsi nel progetto... una bella scommessa per un gran finale (speriamo!). Poi la strada asfaltata segna ineluttabilmente la via del ritorno, del duro rientro nella civiltà, nel caos della capitale. Pernottamento in albergo, cena libera.
 

18° giorno

Cairo - Italia 

Trasferimento in aeroporto e partenza per l’Italia.
 
 

Prezzo per persona in doppia – partenza da Milano/Roma – minimo 10 partecipanti con Giancarlo Salvador: € 2850,00

 

La quota comprende:

I voli a/r in classe economy
Sistemazione in camere doppie standard al Cairo e a Siwa, in tende doppie tipo igloo durante il circuito 
Trasferimenti da e per l’aeroporto al Cairo
Circuito nel deserto a bordo di veicoli fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser, max 5 passeggeri + autista per macchina
Pensione completa, esclusi i pasti al Cairo
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
 

La quota non comprende:

**Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge
Il visto d’ingresso (€ 20,00)
L’assicurazione medico/bagaglio (€ 70,00)
I pasti al Cairo
Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
 

Supplementi:

Sistemazione in singola: € 180,00
Security tax: € 1200 (da dividere per il numero di partecipanti, e quindi € 120 in caso di 10 passeggeri)
Assicurazione annullamento facoltativa
 
 
** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
 
Le quote offerte si basano sul rapporto di cambio indicato in catalogo e sono soggette ad adeguamento valutario.
 
***ATTENZIONE: sono state notevolmente ribassate le tasse per la sicurezza imposte dalle autorità egiziane. Per questo viaggio si tratta attualmente di € 1200 da dividere per il numero di partecipanti. Per quanto riguarda la sicurezza niente di nuovo è successo negli ultimi anni e quindi, riteniamo proprio per questo, con nuovi negoziati abbiamo ottenuto delle condizioni più vantaggiose.
 
MANCE: come ben sapete, o potete immaginare, in Egitto si usa lasciare la mancia, dappertutto e per qualsiasi cosa. Da chi vi porta i bagagli a chi vi serve a tavola.
In particolare per il personale che vi seguirà sul terreno è buona norma ed usanza ormai consolidata che il gruppo di passeggeri raccolga una base di almeno 10 euro al giorno per ogni autista e per il cuoco. Niente vieta di essere più generosi.  

Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 2850
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 0
Tasse aeroportuali indicativamente* € 230
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 180
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 230
Sistemazione in singola € 180
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80




Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

le fungaie minerali del Deserto Bianco, le dune del Gran Mare di Sabbia Orientale, i fossili di Ammonite Scarp, El Baz Crater, i bastioni possenti e i dirupi maestosi del Gilf el Kebir, Grotta Foggini "Cappella Sistina del Sahara", i canyons di Wadi Hamra, Silica Glass, le grandi dune del Gran Mare di Sabbia Occidentale, l'Oasi di Siwa, le scogliere abbacinanti di calcari e fossili di Tabaghbagh, la depressione di El Areg e le tombe della 26a dinastia, l'esplorazione dei bordi del Mare Nostrum cenozoico

In Breve...

Cavalcando le dune del Pleistocene, dalle arenarie del Gilf el Kebir alle antiche scogliere che bordavano un Mare Nostrum del Cenozoico.
Cari Compagni di Ventura,
per venir incontro a tutte le vostre richieste, in questo periodo ho studiato a lungo il Sahara egiziano ed esaminato 1000 volte carte cartacee e carte satellitari. Ecco dunque in breve cosa ho ponzato:
dal Cairo andiamo nel Deserto Bianco per la prima notte e poi da lì cominciamo a scendere tra le dune della parte orientale del Gran Mare di Sabbia per raggiungere il Baz Crater e poi il Gilf. Sostanzialmente è quello che abbiamo fatto lo scorso anno, ma tutto al contrario e seguendo nuovi percorsi, nuovi anche per me.
Farei poi un salto alla Grotta Foggini, dovuto, per poi risalire lungo il Gran Mare di Sabbia ancora su un percorso nuovo per noi, che non porta direttamente a Siwa ma alla montagna chiamata Homeimat, ad est di Siwa.
Dopo i rifornimenti necessari (appunto a Siwa), partenza per Tabaghbagh (il bianco ditone dell'anno scorso sotto cui abbiamo fatto un campo spettacolare) ed inizio dell'esplorazione dell'area che da lì e da El Areg parte verso oriente. Senza più toccare l'asfalto. Obiettivo: ficcare il naso in quest'area a noi sconosciuta, ricca di calcari e (immagino) fossili, dune e panorami insoliti, da ovest verso est fino a raggiungere direttamente l'asfalto che porta al Cairo, a nord di Bahariya (e senza più passare per quest'oasi).
Se dovessimo trovare molte difficoltà potremo sempre scendere a sud per incrociare la strada che da Siwa porta a Bahariya. Ma speriamo di no...
Dunque pochissimo asfalto: una giornata all'inizio ed una mezza al ritorno. Tutto il resto sarà deserto, dune e dune e montagne. E mi auguro nuovi paleosuoli e nuovi ritrovamenti... Mica male, no?
Al Cairo poi potremmo dormire fuori dal bordello della capitale, come abbiamo fatto l'altra volta.
A presto!
                Giancarlo

 

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i ottenibile in loco