Partenza dall'Italia per il Cairo con volo di linea e trasferimento immediato ad Alessandria. Cena libera e pernottamento in albergo.
Si segue una buona strada asfaltata che corre lungo la costa verso ovest. Sosta dovuta all’emozionante monumento ai nostri caduti durante la celebre battaglia e poi via, verso sud, verso la depressione di Qattara, che con i suoi 19.500 km quadri e con una quota che varia da 60 a 134 metri sotto il livello del mare è considerata la più grande nel mondo. Il primo impatto è con l’oasi disabitata di Moghra, il suo specchio d’acqua e la palude di phragmites, praticamente sul bordo settentrionale dell’immenso catino. Mentre il declivio orientale che introduce alla depressione è molto dolce, quello occidentale presenta una scarpata di più di 200 metri d’altezza composta per lo più da ammassi di conchiglie fossili del Miocene. Fanghi salati ed appiccicosi dalle infinite sfumature ocra e cioccolato, resti di grandi battaglie sparsi un po’ dappertutto, saline lacustri, canne ed acacie fanno di questa depressione un ambiente assolutamente unico. Campi.
La pittoresca oasi di Qara, nota anche come il “Campo di Alessandro” perché pare che qui abbia sostato di ritorno da Siwa, appare in uno scenario straordinario di giganteschi funghi rocciosi, dominato sullo sfondo dalla Montagna delle Corna Lattee. La gente del luogo ha abbandonato il vecchio insediamento sorto in posizione acrobatica su di un piccolo cucuzzolo, davvero suggestivo, per ricostruire un anonimo villaggetto nelle vicinanze. Un bel percorso, stimolante, permette poi di raggiungere l'oasi disabitata di El Areg, dalla collocazione spettacolare, con grandi, abbaglianti scogliere e guglie rocciose erose dal vento che si perdono in vaste aree di sabbia gialla. Siamo ai bordi meridionali della profonda depressione di El Qattara, in una regione che nell'era quaternaria era un fondo marino. Le formazioni calcaree, sbriciolandosi per l'erosione, permettono di reperire numerosi fossili: nummuliti (protozoi foraminiferi dell’Eocene a forma di piccoli dischi, come monetine, costituiti da una spirale su cui si aprivano varie concamerazioni), denti di squalo, ricci, coralli… Campo.
Un mare verde che ondeggia nel vento, un miraggio vero: sono le palme dell'oasi di Siwa, il cui nome è noto da millenni. Celebre per i suoi laghi salati, l’oasi è ricca anche di acqua dolce che sgorga da più di trecento sorgenti sparse tra palmeti, oliveti e giardini. La più conosciuta è Ain el-Hammam, “il bagno di Cleopatra”, dove la tradizione vuole che si bagnasse la bella regina egiziana. Al momento della migrazione Siwa è una tappa di ristoro anche per migliaia di uccelli. La popolazione è di origine berbera e vive in case a più piani che si serrano tra loro conferendo a Siwa l’aspetto di una cittadella fortificata. L’isolamento ha permesso il mantenimento di costumi e tradizioni proprie e di una lingua autoctona, il siwi. I prodotti dell’agricoltura sono molto apprezzati: olive, datteri ma anche frutta di tipo mediterraneo. Punto chiave delle vie commerciali del deserto, crocevia delle piste carovaniere che dall’Africa conducevano alle coste mediterranee, Siwa fu importante fin dai tempi più antichi. Nel mare di verde spiccano le macchie argillose delle rovine di Aghurmi e di Shali, antiche fortezze in terra cruda, e del Djebel el Mawta, la Montagna dei Morti, in cui sono state scavate numerose tombe all’epoca della 26a dinastia (alcune sono finemente affrescate ed in ottimo stato di conservazione). Qui si trova il tempio del famoso oracolo di Ammone, che nel 331 a.C. Alessandro Magno consultò per avere la conferma di essere davvero figlio di Zeus. Pernottamento in un piccolo albergo di “charme”.
Alla partenza da Siwa il Grande Mare di Sabbia sembra davvero agitato e le ondate si succedono imponenti frangendosi le une sulle altre. E’ un mondo di sola sabbia interrotto appena da piccoli laghi ormai fossilizzati e formazioni rocciose di un bianco abbacinante costituite da agglomerati di conchiglie. Un’area rimasta inesplorata fino all’inizio del secolo scorso, quando fu visitata da spedizioni di cartografi inglesi e divenne poi il teatro delle incursioni impossibili delle pattuglie britanniche durante la seconda guerra mondiale. Le dune qui sono alte e i corridoi stretti fino ad ingarbugliarsi. Poi i cordoni di sabbia si accentuano, separati sempre di più da larghissime piane tra lontanissimi, appena abbozzati filari di dune. Una sosta nella vasta regione di ritrovamento di quel vetro naturale color della giada, il “vetro libico”, chiamato Silica Glass, è d’obbligo. Come pure s’impone la ricerca e la visita di alcuni dei paleosuoli di cui è prodiga la regione, ricchi di “amigdale”, monofacciali e bifacciali, raschietti, lame, coltelli e punteruoli. Campi.
Comincia qui un percorso sulle dune quanto mai avventuroso, da ovest verso est-sud-est, per raggiungere il magico El Baz Crater, maestosa, impressionante caldera da cui partono interminabili, suggestive lingue di sabbia. Siamo nella parte meridionale del Gran Mare, quella che assalta arrembante i primi bastioni del Gilf el Kebir, praticamente alla foce del celebre Wadi Hamra. Le dune qui sono forse più basse, ma terribilmente infide e le innumerevoli barkhane inanellate senza soluzione in lunghi sif rendono affascinante ed emozionalmente motivante questa traversata. Finalmente eccolo il cratere! Appare tra i filari di dune possente e sornione... ci sarà del filo da torcere fino alle ultime centinaia di metri per raggiungerlo, ma ne sarà valsa la pena: dall’alto la vista è assolutamente superlativa! Campi.
La risalita verso nord-est è caratterizzata da larghissime piane, filari di dune e colline coniche che da lontano ricordano le piramidi. Non di rado ci si imbatte in paleosuoli dove è possibile trovare “amigdale”, macine ed anfore. Un’area rimasta sconosciuta ai grandi viaggiatori europei fino all’inizio del secolo scorso, ma frequentata da sempre dai Tebu e ancor prima dai coraggiosi esploratori dell’Egitto dei faraoni. Grandiosa, indimenticabile cavalcata su infiniti cordoni di dune inframezzati da vecchi suoli di origine marina. Grandi le sorprese, dalle conchiglie fossili di più di 40 milioni d’anni fa alle bolle di sedimento, alle colline di argille scistose multicolori, alle ammoniti e ai nautilus di Ammonite Scarp. Un percorso quanto mai vario, unico, mai usato e… per nulla frequentato. Fino a raggiungere la “zattera” del Couss Abu Said, ai margini delle sabbie, ai confini meridionali del Deserto Bianco: un’isola da esplorare questa, perché ricca di antichi utensili e reperti fossili. Campi.
E’ una bizzarrìa della natura, impossibile non restare a bocca aperta: emergono fra le sabbie dorate inselbergs, gibbosità, gruppi di torrioni, frotte di mammelloni e funghi di una luminosità abbacinante, di un bianco cangiante dall’alba al tramonto, color pastello, rosa, giallo, azzurro e viola pallido. La singolarità di queste formazioni di “terre assorbenti”, che sembrano di gesso, ma che sono invece calcari e farine fossili, fa di questa terra un momento di contemplazione e meraviglia assolutamente imperdibile. Campo.
Un ultimo sguardo ammirato alle scogliere eburnee, alle guglie, ai pan di zucchero, alle abbacinanti fungaie minerali che costellano questo piccolo, davvero unico angolo di pianeta e poi via, verso Bahariya e la capitale. Cena libera e pernottamento in albergo.
Trasferimento all’aeroporto del Cairo per il rientro in Italia.
Prezzo per persona in doppia – partenza da Milano/Roma – minimo 10 partecipanti con Giancarlo Salvador
La quota comprende:
La quota non comprende:
Supplementi:
** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
***ATTENZIONE: sono state notevolmente ribassate le tasse per la sicurezza imposte qualche anno fa dalle autorità egiziane. Per questo viaggio si tratta attualmente di € 1000 pagabili sul posto e da dividere per il numero di partecipanti. Per quanto riguarda la sicurezza niente di nuovo è successo negli ultimi due anni e quindi, proprio per questo pensiamo, con nuovi negoziati abbiamo ottenuto delle condizioni più vantaggiose.
MANCE: come ben sapete, o potete immaginare, in Egitto si usa lasciare la mancia, dappertutto e per qualsiasi cosa. Da chi vi porta i bagagli a chi vi serve a tavola.
In particolare per il personale che vi seguirà sul terreno è buona norma ed usanza ormai consolidata che il gruppo di passeggeri raccolga una base di almeno 10 euro al giorno per ogni autista e per il cuoco. Niente vieta di essere più generosi.
data di partenza | rientro | Note particolari | Prezzo | HS | Calc |
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Descrizione | Costo | |
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Costi fissi | ||
Prezzo base a persona in camera doppia | € 2700 | |
isc + assicurazione medico/bagaglio | € 80 | |
Supplemento alta stagione | € 0 | |
Tasse aeroportuali indicativamente* | € 246 | |
Costi accessori e supplementi | ||
Supplemento camera singola | € 150 | |
Visto di entrata nel paese/i | € 20 | |
TOTALE DEI COSTI |
Costo a persona | Prezzo |
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Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto | € 246 |
Sistemazione in singola | € 150 |
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio | € 80 |
Visto di entrata nel paese/i | € 20 |
Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.
Alessandria, El Alamein, l’oasi deserta di Moghra, la grande depressione di Qattara e le scogliere di conchiglie, l'antico insediamento di Qara sul cucuzzolo di un roccione, le dune e i banchi possenti di calcari ricchi di fossili a El Areg, Siwa, il suo mare di palme e i laghi salati, i cordoni di dune del Grande Mare di Sabbia, Silica Glass, Baz Crater, le dune orientali e il Couss Abu Said, acrocoro di fossili e reperti preistorici.
Già, niente Gilf el Kebir, 'stavolta...arriveremo forse a sfiorarne le propaggini più settentrionali, ma niente di più.
Per invogliare chi ha già visitato il grande altopiano e dare spazio a nuove emozioni, a tanti altri angoli di puro Sahara. Da El Alamein alla celebre depressione di Qattara, all'oasi sperduta di Qara, alle scogliere eburnee di El Areg. Ed una mitica scorpacciata di dune nel Grande Mare di Sabbia, da nord a sud fino al Silica Glass, da ovest ad est fino al pianoro di Couss Abu Said ricchissimo di fossili e manufatti preistorici. Per il gusto di curiosare sempre dietro l'angolo, in cerca dell'ignoto, con in gola il sapore sottile ed intrigante dell'esplorazione. Lungo un percorso da inventare che esiste solo nella mente.
Perché ai veri sahariani piace un sacco andare a zonzo per il deserto.