Salta e Puna argentina
durata viaggio 14 giorni
1° e 2° giorno
Italia-Buenos Aires-Salta
Partenza dall’Italia con volo di linea. Notte a bordo. Arrivo a Buenos Aires, disbrigo delle formalità di ingresso e nuovo check in per la coincidenza su Salta, “la linda, situata a 1200 metri d’altezza. Nata per difendere le fertili vallate che collegano il Rio de la Plata con l'alto Perù dagli attacchi delle popolazioni indigene, la città venne quasi completamente distrutta da un terremoto nel 1692. Ricostruita divenne, quasi un secolo più tardi, la capitale di quello che oggi viene chiamato il NOA, Nord Est Argentino, arricchendosi man mano di edifici coloniali pubblici, religiosi e privati fino a quando, le guerre che nella prima metà dell'800 sconvolsero il paese e le chiusure commerciali verso Bolivia e Cile, ne decretarono il veloce declino. A fine '800 nuovo impulso commerciale venne dalla costruzione della ferrovia che collega ancor oggi Salta ad Antofagasta in Cile richiamando nella regione un gran numero di immigrati impiegati nello sfruttamento delle risorse della regione: allevamento, legname ed una gran varietà di minerali. Circondata dalle vette andine, la città è ricca di testimonianze coloniali, tipiche ed affascinanti: la Cattedrale, che coniuga il gusto neoclassico degli architetti italiani che vi hanno lavorato al barocco spagnolo, la grande piazza completamente porticata, il Cabildo, il convento di san Bernardo... Una bella passeggiata da interrompere di tanto in tanto con una sosta nei molti bar del centro che offrono l'occasione di una pausa salteña godendosi il clima solitamente eccellente. Cena e pernottamento in hotel in centro città.
3° giorno
Salta-Molinos
Inizia il circuito in fuoristrada tra paesaggi che variano nel corso della giornata. Si attraversano le piantagioni di tabacco della verde valle di Lerma, poi una vegetazione subtropicale e la strada che sale zigzagando sotto l’incredibile blu dei cieli andini fino alla “Cuesta del Obispo”, da dove si gode di un panorama mozzafiato. Ecco la puna, l’altopiano desertico, nel quale pascolano vigogne, lama e guanaco. Il Parco Nazionale “Los cardones”, detto anche “Los colorados”, sul cui terreno accidentato e multicolore si alzano diritti innumerevoli cactus, con le Ande innevate che fanno da sfondo. Si percorre la “recta tin tin”, una perfetta linea retta di ben 19 km che curiosamente attraversa una pampa quasi piana circondata da catene montuose. Questa pista risale al periodo incaico e stupisce per la precisione del suo tracciato. Si incontra Cachi, piccolo paesino dalle case in adobe dipinte di bianco e protette dalla chiesa dedicata a San José. L’abitato di trova a “soli” 2280 metri d’altitudine, sovrastato dall’omonimo Nevado, che si innalza fino a 6380 metri. Eucalipti, pini ed alberi del pepe circondano la piazza centrale che accoglie la chiesa del XVIII° secolo. Vi viaggia ancora immersi in paesaggi sempre diversi nei quali solo la natura esiste, tra montagne aride e guglie appuntite, deserti, cactus e vallate… infine si raggiunge Molinos e la sua sorprendente chiesa edificata in legno di cactus. Tipica la lavorazione della lana di vigogna, ottenuta nel rispetto dell’animale che è a rischio di estinzione. Pensione completa. Pernottamento in hotel.
4° giorno
Molinos-Cafayate
Si riprende la strada seguendo il corso del fiume e si attraversa la regione della Quebrada de las flechas, formazioni rocciose inclinate e aghiformi che si innalzano con pareti di 20 metri e sembrano tante punte di freccia tese verso il cielo. Quebrada de la Conchas, formazione geologica naturale che separa i fianchi opposti di montagne originariamente saldate tra loro, impressionante canyon dal colore rossastro scavato dall’omonimo Rio. Lo spettacolo che la natura offre è meraviglioso, tra montagne semidesertiche e rocce multicolori dalle forme capricciose… Cafayate, situato nel cuore delle valli Calchaquíes, è piccolo villaggio di stampo coloniale che ospita l'importante cattedrale “Nuestra Señora del Rosario”, sede vescovile, edificata nel 1885 in sostituzione di una ancora precedente. Tutta la regione è coltivata a vigne di altura ed il vino prodotto, grazie al basso grado di umidità nell’aria delle vallate, ha un sapore caratteristico ed è particolarmente rinomato. Pensione completa. Pernottamento in hotel.
5° giorno
Cafayate-Quilmes-El Penon
La giornata inizia con la visita alle rovine di Quilmes a Tucuman, l’area archeologica più celebre del paese. L’antica città, abitata dal IX° al XVII° secolo, era costruita in un anfiteatro naturale. E’ considerata la sede del più grande raggruppamento preispanico in Argentina e costituisce una importante testimonianza della complessa organizzazione sociale del popolo Quilmes. Il sito è immenso e solo parzialmente scavato, ma la quantità di rovine portate alla luce è assolutamente impressionante e permette di immaginare la disposizione e la dimensione della città ed al tempo stesso di comprendere l’importanza strategica della posizione. Dai suoi 2000 metri si gode di un panorama eccezionale sulla vallata. Continuando sulla Ruta 40 in un territorio piuttosto arido e spoglio si incontrano i vigneti di Hualfin, un villaggetto agricolo sorprendentemente immerso nel verde che vanta una cappella del 1770. Meta finale El Penon dove, a 3400 metri, ci attende il nostro “hosteria”. Pensioen completa. Pernottamento.
6° giorno
Escursione Campo Piedra Pomes e Carachi Pampa
La Puna catamarqueña è un museo a cielo aperto del vulcanismo. Una delle attrazioni principali è il “Campo di Pietra Pomice”, paesaggio abbagliante e strano scavato nella roccia di origine ignea che qui assume colorazioni dal bianco all’ocra. Le sue caratteristiche morfologiche e la sua elevatissima porosità la rendono facilmente aggredibile dagli agenti atmosferici, che ne hanno scolpito le forme creando un gigantesco labirinto di torrioni roccioso invasi dalle sabbie. Migliaia di blocchi di pietra pomice sono disseminati su di un’area di 150 kmq che si visita serpeggiando in fuoristrada tra le rocce e nella quale ci si perde ammirando l’opera del vento, eterno scultore di questa roccia andina. Veramente un paesaggio che non sembra terrestre… L’attività vulcanica della regione la rende particolarmente ricca di risorse minerarie: borace, zolfo, litio… Sul ritorno la strada passa molto vicino ad un giovane vulcano, il Carachi Pampa, che ha perduto i suoi colori basaltici negli ultimi tempi geologici e si presenta ora uniformemente nero . Rientro a El Penon. Pernsione completa. Pernottamento.
7° giorno
Escursione Laguna Grande-Cratere Galan
Sulla strada che conduce al Vulcano Galan si incontra lo spettacolo offerto da Laguna Grande, un lago salino posto ad oltre 4000 metri d’altitudine le cui acque in primavera vengono liberate dalla morsa dei ghiacci e diventano luogo di ritrovo per una moltitudine di uccelli, in paricolare per i fenicotteri, quello della Puna o Piccolo Parina e quello andino. Siamo in una delle zone più disabitate, aride e remote dell’Argentina, che ospita più di 200 vulcani. Il posto d’onore è tenuto dal Cerro Galan, antichissimo vulcano dal cuore ancora attivo, ma quiescente, che raggiunge la ragguardevole altezza di 5912 metri. Ma ragguardevole ed insuperata soprattutto è la dimensione della sua caldera: 34 km di diametro da nord a sud e 24 km da est ad ovest... Una dimensione tale da non essere riconoscibile da terra. Al suo interno un piccolo gioiello: Laguna Diamante, amata e frequentata dai fenicotteri grazie alla sua posizione riparata dai venti freddi. Rientro a El Penon. Pensione completa. Pernottamento.
8° giorno
Antofagasta-Oasi di Antofalla
Il viaggio riprende in direzione Nord, attraverso un valico tra aride alture e impressionanti distese di lava che formano muraglioni alti fino a 10 metri, frutto dell'antica attività sismica dei due vulcani noti come Los nergros de la laguna. Poi, improvvisa tra gli orizzonti aspri, la piccola oasi di Antofagasta de la Sierra con i suoi campi di alfa-alfa, le basse case in adobe ed il piccolo museo che conserva una delle tre mummie inca ritrovate nella zona: un bambino. All'ombra di tamarindi e pioppi il piccolo villaggio, unico nella regione, vive ancora oggi di quel minimo di agricoltura e pastorizia che un tempo ne avevano fatto tappa obbligatoria per i mandriani che attraversavano la Puna per raggiungere le ricche miniere cilene. Lasciato il piccolo insediamento si prosegue verso il vulcano Antofalla, 6400 mt, e l’oasi omonima. L'Oasi di Antofalla è situata tra montagne rosse e strisce di lava. Qui abita una piccola comunità di 60 persone, tutti pastori. Pensione completa. Pernottamento in casa locale.
9° giorno
Antofallita – Tolar Grande
Si raggiunge la minuscola oasi di Antofallita tra terre rosse e specchi d'acqua cristallina, giganteschi salar e picchi vertiginosi. Buffo ed enigmatico il Cono Arita (sacro per la popolazione locale) che si erge, con la sua piramide scura, a sovrastare il Salar de Arizaro, immensa distesa salina tra le più grandi al mondo. Arrivo in serata all'insediamento di Tolar Grande. Pensione completa. Notte in rifugio.
10° giorno
Deserto labirinto-Susques-Salinas Grandas-Quebrada de Humahuaca
Riprende il viaggio verso Nord sulla pista che porta a Susques e le sorprese lungo il tragitto non mancheranno! Dopo pochi chilometri una prima sosta si impone. La crosta salina improvvisamente sprofonda rovinosamente nelle acque incredibilmente limpide di un piccolo specchio d'acqua, sono gli Ojo del Mar, ma non è solo uno spettacolo per gli occhi. Questi minuscoli laghi d'acqua salata rappresentano un ecosistema unico che ospita le stromatoliti, forme batteriche di cui abbiamo testimonianze fossili risalenti a 3,4 miliardi di anni fa e che viene considerata la prima forma di vita sulla terra! Si prosegue verso il Deserto Labirinto, suggestivo susseguirsi di mammelloni e alture argillose dal colore di un intenso rosso e morbidamente modellate dal vento e dall'acqua. Si raggiunge Susques, piccolo centro abitato nato come i precedenti grazie ai traffici minerari. Vale una visita la piccola e commovente chiesetta dal tetto in paglia (se aperta!). Tra i contrafforti della Cordigliera delle Ande si nasconde uno dei deserti di sale più grandi al mondo, Salinas Grandes, 120 kmq di suolo sterile. Ai bordi l’acqua non è totalmente evaporata e colma numerosi bacini allineati che offrono la bellezza dei loro riflessi blu, a completamento di un paesaggio già stupendo. Il sale è raccolto da numerosi scavatori che abitano modestissime casine. Di sale, naturalmente. Poi giù dall’altopiano, dai deserti d’altura, per raggiungere la Quebrada de Humahuaca e Purmamarca. Pensione completa. Pernottamento in hotel.
11° giorno
Quebrada de Humahuaca-Salta
Nella Quebrada de Humahuaca c’è il Cerro de los Sietes Colores, così detto grazie all’incredibile colorazione del paesaggio che sembra dipinto a pennellate da un artista. Gli amanti della geologia potranno approfondire studiando gli elementi che concorrono a questo incredibile fenomeno. Ai piedi del Cerro si trova Purmamarca, grazioso villaggio di casette in adobe nel quale sorge la chiesa costruita nel 1648 in onore di Santa Rosa di Lima. La piazza centrale accoglie un mercato artigianale che offre oggetti in legno, tessuti ed una vasta scelta di piante medicinali. Dopo la visita si riparte per Tilcara, altro bel villaggio nella Quebrada, e la celebre “Tavolozza del Pittore”, ancora una curiosità geologica dai colori esaltanti. Poi ritorno a Salta. Pensione completa. Pernottamento in caratteristica finca.
12° giorno
Salta-Buenos Aires
Al mattino trasferimento in aeroporto per il volo su Buenos Aires. Arrivo, trasferimento e sistemazione in hotel. Al pomeriggio visita guidata per scoprire le piazze, l'architettura e gli scorci colorati della capitale argentina. Prima colazione e pernottamento.
13° giorno
Buenos Aires-Italia
Prima colazione. Check out hotel ore 11.00. In giornata trasferimento in aeroporto e volo di rientro in Italia.
14° giorno
Italia
Arrivo in Italia.