Akwasidae a Kumasi e Festival Vudu a Ouidah

durata viaggio 15 giorni

 

1° giorno

Ouagadougou

Voli di linea. Arrivo a Ouagadougou. Trasferimento e pernottamento in Hotel.
 

2° giorno

Ouagadougou – Regione di Tiebele

Ouagadougou, comunemente abbreviata in Ouaga, è stata dapprima la capitale dell'impero Mossi, sviluppandosi attorno al palazzo del “Mogho Naaba”, poi dell'Alto Volta ed infine, a seguito della rivoluzione operata da Thomas Sankarà nel 1984, capitale del Burkina Faso. Letteralmente “stato degli uomini integri”, definizione che ben si adattava alla figura del comandante che, purtroppo, ebbe vita breve ma che in soli 4 anni riuscì comunque a raggiungere risultati impressionanti conquistando gli incredibili traguardi di dare due pasti e 10 litri di acqua al giorno a ciascun abitante, una scuola ed centro sanitario ad ogni villaggio e promuovendo la più grande campagna di vaccinazione per bambini registrata nel mondo (affermazione dell’Unicef). Opere tangibili ed ancora visibili che hanno lasciato il segno nel cuore dei burkinabé. Ouaga oggi è una capitale in miniatura, un grosso villaggio con tanti mercati e mercatini dove comprare di tutto, ma anche un centro “moderno” con larghi viali, università e ministeri. Alla periferia della città un'imponente centro artigianale offre esempi dell'artigianato tipico del paese e non solo: maschere, gioielli, stoffe, ed ogni cosa sia passata per la mente degli artigiani dalla fervida creatività africana.  Si esce da Ouaga in direzione Sud sulla lingua d'asfalto che collega il paese al Ghana. A pochi chilometri dal confine si raggiunge Pô da cui parte una deviazione su pista per raggiungere i villaggi Gurunsi che ancora conservano le tradizionali case familiari. Enormi concessioni costituite da svariate capanne e casupole collegate tra loro da un muro di cinta. La costruzione degli ambienti, dal difficile accesso, è affidata agli uomini che modellano l'argilla direttamente sul posto, sovrapponendo gli strati di “banco” uno sull'altro seguendo il perimetro dell'abitazione e rinforzandone la struttura con tronchi e rami. La sera intorno al fuoco, accompagnati dai tam tam, potremo assistere ad un “gioco” veramente particolare: una competizione di racconti enigmatici a cui i giovani devono dare soluzione dimostrando di conoscere i valori della cultura tradizionale. Cena e pernottamento al campo.
 

3° giorno

da Tiebelé a Houndé

Continua la visita ai villaggi gurunsi. L'impermeabilizzazione ed il decoro delle pareti esterne delle abitazioni è affidata alle donne che realizzano magnifici motivi sfruttando i colori naturali disponibili: rosso, nero e bianco... I motivi geometrici di questi decori non rispondono semplicemente ad un particolare gusto estetico dei Gurunsi ma nascondono una serie di simboli a cui il gruppo familiare e legato. Potremo assistere ad una dimostrazione della tecnica artistica delle donne. Trasferimento verso la regione di Houndé. Cena e pernottamento al campo.  
 

4° giorno

dalla regione di Houndé a Bobo Diulasso

I Bwa del Burkina Faso sono i coltivatori della savana. La società Bwa, rimasta fedele all'animismo, è divisa in clan secondo le attività dalla famiglia: agricoltori, fabbri e griot, i cantastorie incaricati della trasmissione orale della storia tribale. La maggior parte dei Bwa è rimasta fedele alle tradizioni locali: le maschere, all’uscita delle quali assisteremo, vengono regolarmente utilizzate durante le varie celebrazioni. Alte più di due  metri e di bella fattura, le “maschere piatte “ dei Bobo-Bwa tendono ad essere bidimensionali con impressionanti disegni geometrici e, come tutte le maschere del bacino del Volta, hanno come predominanze cromatiche il bianco, rosso ed il nero. Continuazione su Bobo, bella città africana con un mercato particolarmente ricco. Qui si può trovare di tutto, dalle frittelle preparate al momento al burro di karité, dai pezzi di ricambio usati alle larve, accuratamente essiccate al sole, per la preparazione di prelibate salse! Visita obbligata alla bella moschea in banco, in puro stile sudanese, che risale a fine '800. I suoi due minareti svettano sulla piazza ombreggiata e su Kibidwé, l'antico quartiere della città dove, in barba allo sguardo dell'islam, non è difficile trovare le donne impegnate nella preparazione di enormi quantità di birra. Qui nell'intrigo dei vicoli si possono incontrare artigiani che costruiscono strumenti musicali e magnifiche sculture di bronzo con l'antico sistema della cera persa. Bobo Dioulasso è capitale dell'etnia Bobo da cui trae il nome ed è da sempre crocevia vivace di scambi tra le zone costiere ed il sahel. Vivacità commerciale che ancor ben si riconosce nell'intraprendenza dei venditori, ambulanti e non. Notte in Hotel.

 

5° giorno

Bobo Diulasso-Gaoua

Riprendiamo la pista visitando qualche villaggio Bobo per raggiungere alla fine una delle regioni più interessanti del Burkina, dove vivono i Lobi. Questo popolo è presente anche in Ghana e Costa d'Avorio, ma i Lobi del Burkina hanno i villaggi più caratteristici e, grazie alla loro attitudine all’isolamento, hanno mantenuto inalterate le loro tradizioni. Vivono chiusi al resto del mondo nelle loro abitazioni, piccole fortezze in argilla protette da un muro elevato senza aperture e composte da un granaio rettangolare intorno al quale si dispongono la stalla e le camere. Il capo della famiglia è la sola autorità. Responsabile di tutti e di tutto davanti al consiglio degli anziani o al governo, egli è incaricato degli altari sacrificali e dell'organizzazione del lavoro dei campi. I Lobi sono abili artigiani-artisti. Le loro statuette, utilizzate come protezione spirituale, occupano una posizione di prestigio in numerose collezioni d'arte africana. Altro dominio in cui eccellono è la musica, e particolarmente apprezzati sono i suonatori di balafon, specie di silofono in legno ed in cui calebasse (zucche) di varie dimensioni fungono da cassa armonica. Durante le visite sfrutteremo una guida parlante l'idioma lobi, indispensabile per entrare in contatto con questa popolazione. Cena e pernottamento in Hotel.
 

6° giorno

Gaoua-Wa

Attraverso piste ormai raramente percorse da viaggiatori, ci inoltreremo in un territorio di case fortificate, popolato dai Dagarti, noti per le loro capacità musicali. Interessanti alcuni aspetti della loro vita e dei loro culti, piacevole il loro senso dell’ospitalità. Si raggiunge Wa, città le cui origini risalgono al XVII secolo, sorge all’incrocio di numerose strade che rappresentavano e che rappresentano ancora importanti vie di comunicazione. Il Palazzo Reale, purtroppo parzialmente in rovina, conserva le tracce di un’architettura sudanese scesa fin qui dal Sahel attraverso mercanti, marabut e griots. Dopo anni di lotte intestine tra i clan regnanti, da qualche tempo la popolazione di Wa ha un nuovo capo tradizionale, che cercheremo d’incontrare. Cena e pernottamento in hotel.
 

7° giorno

Wa-Techiman

Discesa verso il sud lungo il tracciato di un’antica pista carovaniera, attraverso un paesaggio che lascerà progressivamente i colori della savana per indossare quelli della foresta. La pista segue le impronte dell’antica strada delle carovane che collegava i più importanti centri commerciali dei reami del Sudan, come Djenne e Timbuctu, alla regione di Kumasi, grande produttrice d’oro e della famosa noce di cola. La presenza di moschee di stile sudanese sta a testimonianza degli antichi e fiorenti commerci che esistevano tra i popoli della savana e i popoli della foresta. Arrivo nel pomeriggio. Pernottamento in hotel.
 

8° giorno

Techiman-Kumasi

Si raggiungono le colline di Kumasi, una città che vanta un passato importante ma anche un interessante presente. Il passato si è svolto intorno ai re ashanti che dalla fine del 17° secolo ad oggi hanno mantenuto vive le tradizioni e la forza del loro popolo; il presente è rappresentato da floride attività economiche, che traggono profitto dalle opportunità offerte dalla foresta e dalle miniere d’oro soggiacenti. Nel pomeriggio (se si celebreranno, come abitualmente accade il sabato) potremo assistere ai famosi funerali ashanti, importante avvenimento sociale per tutto il popolo. I partecipanti scelgono gli abiti secondo i colori imposti dalla tradizione: rosso per la famiglia in lutto, nero per gli altri. Alcune donne anziane portano grossi gioielli in oro, offerti nel corso della cerimonia. Dopo le libagioni in onore degli spiriti degli antenati le donne si lanciano in passi di danza tradizionale, spesso di ispirazione erotica. L’incontro con la città comprenderà la visita al museo ashanti del centro culturale e la visita del mercato, uno dei mercati all’aperto più vasti dell’Africa Occidentale. Cena e pernottamento in hotel.
 

9° giorno

Kumasi-Anomabu

La domenica mattina a Kumasi è festa. Le strade non sono troppo trafficate ed è piacevole cogliere le peculiarità della città: le costruzioni coloniali intorno al mercato, le insegne pubblicitarie dipinte a mano con uno stile originale che qualcuno non esita ad accostare all’urban art, il treno che attraversa il mercato e che a volte vi si ferma nel mezzo, i fedeli che si recano alla Chiesa indossando l’abito della domenica perfettamente alla moda qui perché perfettamente fuori moda altrove. Il Palazzo Reale, che occupa tutta una collina, ospita un museo che, accanto ad alcuni oggetti di dubbio gusto, esibisce bellissimi esempi di gioielleria ashanti. Gli Ashanti, grandi signori dell’oro, rappresentano una monarchia ancor oggi importante. L’Asantehene, re di tutti gli Ashanti, è tuttora il garante ed il depositario dei valori spirituali che fondano l’unità e la forza del suo popolo. La sua influenza va di là dalle frontiere del Ghana per suscitare ammirazione nel resto della diaspora africana dispersa nel mondo. Nel calendario degli Ashanti alcune giornate sono chiamate Akwasidae e corrispondono all’inizio del mese secondo il calendario tradizionale. Dopo riti di libagione sui troni degli antichi re, organizzati in sale inaccessibili al pubblico, ecco la grande celebrazione di gioia. Sotto un ombrello di panni colorati viene posta la sedia del Re, che vi siede vestito di tessuti vivaci e coperto di antichi gioielli d’oro massiccio (i gioielli e le maschere in oro Ashanti fanno parte dei capolavori dell’arte africana). Davanti al monarca si apre uno stretto corridoio formato dai dignitari con diverse funzioni: portatori di spade rituali, guardiani armati di fucili a polvere, portatori di coltelli utilizzati per le esecuzioni, portatori di ventagli di piume di struzzo. Di fianco al re stanno seduti gli anziani e i consiglieri capeggiati dal porta-parola regale che porta in mano i simboli del potere ricoperti in oro. Durante la cerimonia i cortigiani offrono i loro regali, i griots recitano la storia dei re ashanti, i suonatori dei tamburi e delle trombe d’avorio scandiscono il ritmo della celebrazione. Alcuni danzatori corpulenti, avvolti in tessuti rosso splendente, eseguono danze tradizionali caratterizzate da una alternanza di movimenti delicati e di spostamenti rapidi da una parte all’altra della scena. Nel pomeriggio, attraversando la foresta, si raggiunge la costa. Hotel sulla spiaggia, di fronte allo schiumante oceano. Cena e pernottamento.
 

10° giorno

Anomabu-Elmina-Senya Bereku

Il mattino ci attende Elmina: un forte olandese costruito a picco sull’oceano, testimonianza dei fiorenti scambi commerciali tra l’Occidente e l’Africa nel corso dei secoli scorsi. Un castello, un porto, un villaggio, da cinque secoli in contatto con avventurieri, esploratori e navigatori europei. Nel corso della sua storia è stato utilizzato come deposito di oro, di avorio, di legnami pregiati, ma anche come centro di raccolta degli schiavi che da qui partivano verso il “nuovo mondo”. Oggi è considerato Patrimonio dell’Umanità. Da queste spiagge ogni mattina coraggiosi pescatori nelle loro imbarcazioni colorate affrontano le pericolose acque dell’oceano sperando in una ricca raccolta. Nei vicoli del villaggio le antiche costruzioni portoghesi, oggi abitate dai locali, si alternano ai templi delle “compagnie asafo”, in cui i guerrieri depositavano offerte votive. Nel pomeriggio giungeremo al castello di Good Hope, a Senya Bereku dove monteremo il nostro campo.
 

11° giorno

Accra

Prima di entrare ad Accra si incontrano gli originali laboratori dei fabbricanti di sarcofagi, che propongono allegre bare dalle forme fantasiose: frutti, pesci, aerei, animali vari... Ognuno può ordinare il soggetto che crede! Vivace città africana in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare una propria identità nei quartieri moderni come in quelli vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali. Particolarmente stimolante il museo, concepito per essere al servizio della conservazione dell’arte di tutto il continente e dedito alla promozione della produzione artistica attuale. Interessante anche il centro artigianale che propone una grande scelta di kentè, il tipico drappo composto di strette bande tessute a mano e cucite tra loro indossato dai capi tradizionali nei giorni di festa. Meno preziosi ma altrettanto tipici gli “adinkra”, stoffe di cotone industriale decorato a mano attraverso uno stampo con un motivo simbolico: il sole, la luna, le spirali… Di fronte all’oceano si organizza la vita del quartiere indigeno: un villaggio circondato da una città! Qui le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante solamente qualche centinaio di metri. Termineremo la nostra giornata sulle alture di Aburi, dove la foresta rende il clima più fresco. Pernottamento in hotel.
 

12° giorno

Aburi-Lago Togo

Visita del giardino botanico di Aburi, costruito dagli inglesi durante l’epoca coloniale in cima ad una montagna, immerso nella foresta. Gli edifici dallo stile coloniale, gli alberi giganteschi e la nebbia quasi perenne ci trasportano in un’atmosfera fuori del tempo. Trasferimento verso il Togo, la cui frontiera è praticamente … a Lomé. Visita della città e sosta al “mercato dei feticci”, il più grande dell’Africa Occidentale, dove si trova in vendita mercanzia decisamente particolare: teschi di scimmia, pelli di serpente, pipistrelli e tutti gli ingredienti necessari alla preparazione di pozioni magiche. Tempo libero per il riposo e lo shopping. Lomé è un centro importante per l’acquisto di pezzi d’antiquariato, tessuti e artigianato africano. Nel tardo pomeriggio arrivo sulle rive del Lago Togo. Cena e pernottamento in hotel.

 

13° giorno

Lago Togo- Ouidah

Ci tuffiamo nel mondo del vudù. In tutta la regione del litorale del Togo  e del Benin, il vudù è la religione tramandata dagli antenati ed è praticata con fervore. Quest’esperienza religiosa è molto più ricca e complessa dei cliché diffusi  in Europa, secondo i quali il vudù non sarebbe altro che una bassa forma di magia nera. Si tratta invece di una religione che dà senso e ordine alla vita di milioni di persone, qui e altrove nel mondo. Ci spostiamo in “brousse” alla scoperta di questo culto. In un villaggio assisteremo ad una celebrazione vudù. Durante la cerimonia può succedere che tra suoni di tamtam e canti tale o tale Vudù s’impossessi d’alcuni adepti, dando luogo ad autentiche manifestazioni di trance. In un altro villaggio visita ad un guaritore. I popoli che incontriamo nel nostro viaggio hanno soluzioni complesse, fondate su una visione “semplice” dell’uomo. La loro antropologia associa strettamente il materiale e lo spirituale. Niente da stupirsi allora se la malattia fisica è curata tenendo conto anche dello spirito. Il nostro guaritore tratta i suoi malati a base d’erbe e sacrifici sui vari altari che riempiono la sua corte. Parleremo con lui; lo assisteremo nel suo lavoro; incontreremo i pazienti. Arriveremo la sera a Ouidah. Cena e pernottamento in hotel, sulla spiaggia.
 

14° giorno

Ouidah e il festival del Vudu

Ouidah, considerata una delle capitali  del vudu africano, è antico porto del traffico negriero dall'architettura afro-portoghese decadente in cui coabitano uno di fronte all'altro il tempio dei pitoni e la cattedrale cattolica. La lentezza dei personaggi inondati dal sole, in contrasto con un rumore di fondo sordo, al quale si mescolano le parole di formule magiche, il battito lontano delle onde sulla spiaggia ed il ritmo dei tamburi, rappresentano l'eco mormorante di colonne di schiavi imbarcati su queste spiagge. Un'atmosfera al di fuori del tempo, molto ben descritta da Chatwin nel suo libro « Il viceré di Ouidah ». Ma non sarà così nel giorno della nostra visita, anzi il nostro viaggio terminerà in un tripudio di colori, con la partecipazione al festival vudu! Ogni anno, il 10 gennaio, il Benin si ferma e celebra i culti ancestrali che fondano le varie forme di religione tradizionale praticate nel paese. In particolare, il 10 gennaio tutti gli adepti vudù del sud del paese si danno appuntamento a Ouidah. Una lunga processione di adepti, chi a piedi, chi in moto, chi in taxi brousse, si reca alla Porta del Non Ritorno, da dove partivano le navi cariche di schiavi diretti ad altri fiorenti mercati. A migliaia si danno appuntamento nelle tenute rituali, in cui dominano il bianco dei pagne e le perline multicolore. La festa esplode con l’arrivo del Dagbo Houno, il sommo feticheur di Ouidah. Danze, libagioni, maschere, accompagnate da qualche discorso ufficiale, cadenzano la mattinata. La prima parte della festa si conclude verso le 15h00, per poi continuare in città. La gente non si stanca di inneggiare ai propri vudù. In particolare, si raduna in un grande piazza dove si danno appuntamento le maschere Egun. A decine, queste maschere arrivano per danzare, scacciare cattivi spiriti e lanciarsi sulla calca per una “corrida” in cui si gioca quasi a guardia e ladri. Trasferimento all’ aeroporto di Cotonou ed imbarco. Pernottamento a bordo.
 

15° giorno

Italia

Arrivo in Italia.
 

 

Prezzo per persona in camera doppia – partenza da Milano/Roma – minimo 10 partecipanti con Barnaba Salvador: € 3.450. 

 

La quota comprende:

Sistemazione in camere doppie, come da programma 
I voli aerei
Trasferimenti da e per l’aeroporto 
Circuito a bordo di minibus
Pensione completa in circuito, tranne le cene a Ouaga e Cotonou
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
 

La quota non comprende:

Iscrizione ed assicurazione medico/bagaglio (€ 70)
**Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge € 490 ( calcolate al 18.09.13)
I pasti a Ouagadougou e Cotonou
Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
Visti di ingresso: € 320
 

Supplementi:

Visti d’ingresso: € 320  
Sistemazione in singola: € 400
Assicurazione annullamento facoltativa
 
 

** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.

 

I servizi in West Africa sono pagati in Euro. Le quote offerte non sono soggette ad adeguamento valutario.

 


Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 3450
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 0
Tasse aeroportuali indicativamente* € 400
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 400
Visto di entrata nel paese/i € 320
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 400
Sistemazione in singola € 400
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80
Visto di entrata nel paese/i € 320




Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

In Breve...

Occasione veramente rara, da non perdere! Il tradizionale Festival del Vudu a Ouidah si realizza nel 2014 a pochi giorni di distanza dal periodico Akwasidae a Kumasi, e questo viaggio permette da solo di partecipare ai due eventi!!! Si scende da Ouagadougou, avvicinando le popolazioni del sud del Burkina Faso e quelle del nord del Ghana, tra maschere rituali e originali architetture in adobe. Poi l'incontro con la civiltà Ashanti, i funerali tradizionali e la grande festa a Palazzo Reale. Una pausa di fronte all'oceano, al Castello di Elmina, poi alla "porta del non ritorno" a Ouidah, per ricordare la tratta degli schiavi. Un itinerario che offre senza dubbio forti emozioni.

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i da ottenere in Italia
  • Vaccinazione febbre gialla