West Africa, riti e popoli

durata viaggio 16 giorni

1° giorno

Lomé

In serata arrivo a Lomé, la capitale del Togo che si affaccia sul Golfo di Guinea. Pernottamento in albergo.

2° giorno  

Lomé-Lago Togo

Visita della città, che affianca quartieri dall’architettura coloniale a quartieri moderni, tranquilli centri d’affari all’enorme ed animato mercato centrale. Lomé è un centro importante per l’acquisto di pezzi d’antiquariato, tessuti e artigianato africano. Sosta al “mercato dei feticci”, il più grande dell’Africa Occidentale, dove si trova in vendita mercanzia decisamente particolare: teschi di scimmia, pelli di serpente, pipistrelli e tutti gli ingredienti necessari alla preparazione di pozioni magiche. L’incontro con l’Africa occidentale inizia con un rito coinvolgente. In tutta la regione del litorale del Togo e del Benin il vudu è la religione tramandata dagli antenati ed è praticata con fervore. Si tratta di un’esperienza religiosa molto più ricca e complessa si quanto si pensi in Europa. Il vudu non è una bassa forma di magia nera ma una religione che da senso e ordine alla vita di milioni di persone, qui e altrove nel mondo. Durante la cerimonia può succedere che tra suoni di tamtam e canti tale o tale Vudù s’impossessi d’alcuni adepti, dando luogo ad autentiche manifestazioni di trance. I fedeli si accalcano, urlano o incoraggiano qualche danzatore: una realtà africana animista ancora viva e da scoprire. Si raggiunge il Lago Togo. Cena e pernottamento in hotel.

3° giorno

Lago Togo-Ganvié

Si continua lunga la costa per raggiungere il Benin e Ouidah, considerata una delle capitali del vudù africano. In questa città, antico porto del traffico negriero dall'architettura afro-portoghese decadente, coabitano uno di fronte all'altro il tempio dei pitoni e la cattedrale cattolica. La lentezza dei personaggi inondati dal sole, il battito lontano delle onde sulla spiaggia e il ritmo dei tamburi rappresentano l'eco mormorante di colonne di schiavi imbarcati verso terre lontane. Un'atmosfera al di fuori del tempo, molto ben descritta da Chatwin nel suo libro « Il viceré di Ouidah ». Qui visiteremo il Tempio dei Pitoni, dove questi serpenti sono venerati come vudù protettori della città; il forte portoghese, trasformato in museo sulla tratta degli schiavi; la via del non-ritorno percorsa dai prigionieri prima di partire in direzione del nuovo mondo. Si piega a nord e si raggiunge la regione lacustre che accoglie Ganvié, esteso villaggio su palafitte raggiungibile dunque solo via acqua. Gli abitanti appartengono all’etnia Tofinou, costruiscono le loro capanne su dei pali di teck e ricoprono i tetti delle loro abitazioni con una spessa coltre di paglia. La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso il mantenimento di abitudini di vita e di regole di costruzione originali. E’ curioso assistere a questa vita acquatica, a questo andirivieni tranquillo di piroghe,  a questo traffico in cui il rumore è dato dal ritmo del remo, che spesso esorta al canto. Sono le piccole imbarcazioni condotte da bambini che si recano al pozzo, oppure da pescatori che partono alla ricerca di una pesca abbondante, o da donne che si recano al mercato. Mercato costituito, naturalmente, da piroghe in cui le mercanzie vengono esposte… Passare una notte qui, in semplici camere su palafitte, sarà una vera esperienza. E nel buio incontreremo anche l’oracolo che pratica la divinazione di Fa utilizzando un linguaggio in codice che lega direttamente l’uomo a dio. Cena e pernottamento.

4° giorno

Ganvié-Dassa

Visita al palazzo reale di Abomey, i cui muri sono decorati con simboli degli antichi re del regno di Dahomey. Il palazzo è ora un museo che conserva documenti e oggetti rituali della corte. Vi si trovano le grandi tombe che accolsero le spoglie dei re e un tempio in argilla mischiata a polvere d’oro e sangue umano. Il regno di Dahomey, una volta fiorente, stabilì le basi del suo potere su uno stato di guerra permanente che gli permise di catturare prigionieri da destinare al lucroso commercio degli schiavi. L’esercito regale era formato soprattutto da truppe femminili, che si caratterizzavano per l’audacia e la bellicosità. Gli storici rilevano la dimensione "laica" del potere esercitato dai re del Dahomey. Il re non era né un dio, né un sacerdote, nonostante il numero abbondante di sacrifici umani che erano compiuti sulle tombe dei re in alcune occasioni particolari. Il potere era esercitato secondo una razionalità accessibile ad una mentalità europea. Prova ne è il fatto che il Re di Francia e del Dahomey si scambiavano rappresentanze diplomatiche alla fine del XVIII° sec. Segue un incontro con i “forgerons”, i fabbri che per secoli hanno assicurato ai loro re le forniture di armi ed utensili. Continuazione verso nord, verso la regione di Dassa, dove qua e là la piana è interrotta da 41 colline rocciose, dalle quali si gode della vista di splendidi paesaggi. Cena e pernottamento in hotel.

5° giorno

Dassa-Djougou

Il mattino si parte a piedi per l’esplorazione della collina reale. Yaka, il palazzo dei re di Dassa, è situato sopra una collina e ricorda il leggendario regno di Ogoudou, che ha regnato talmente a lungo da spingere i sudditi, stanchi di questo regno infinito, a sbarazzarsi di lui chiudendolo in un granaio. Ma il re non voleva proprio morire, si è trasformato dunque in un serpente per poi sparire inoltrandosi nella foresta. A Dassa si potrà assistere all’uscita delle maschere Egun, gli spiriti dei defunti. Da occidentali diremmo che questi uomini mascherati rappresentano i defunti, ma per la popolazione locale gli Egun sono gli antenati defunti che tornano tra i vivi! A volto coperto, vestiti con vistosi abiti colorati e luccicanti, danzano al ritmo dei tam tam e passeggiano nelle strade del villaggio lanciandosi all’inseguimento dei curiosi. Inseguimento pericolosissimo: il tocco di Egun può essere mortale! Spaventato, a volte qualche malcapitato perde i sensi: la rappresentazione virtuale della morte basterà a placare gli spiriti? Nei pressi di Savalou sorge un importante luogo di culto vudù: il feticcio di Dankoli. Ai piedi dell’albero che sorge sul sito i fedeli piantano dei bastoncini e pregano per ottenere benefici in ogni evento della vita quotidiana: un raccolto abbondante, un matrimonio prolifico, un parto semplice, una guarigione rapida… Il dio riceverà offerte generose, ma a desiderio esaudito! Continuazione verso nord. Cena e pernottamento in hotel.

6° giorno

Djougou-Natitingou

Il mattino escursione a piedi sulle pendici dei monti Taneka alla scoperta di antichi villaggi composti da capanne rotonde coperte da tetti conici, dal culmine protetto da vasi di terracotta. Questa popolazione abita su un sito archeologico da più secoli. I primi abitanti, d'origine Kabyé, sembra abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C. Da allora altre popolazioni si sono unite a loro formando una specie di amalgama plurietnica con istituzioni religiose e politiche comuni, mantenendo tuttavia ogni gruppo i propri culti ed i propri riti d'iniziazione. Posizionati a livelli diversi nella scarpata, i villaggi riservano la parte più alta ai sacerdoti dei feticci, vestiti con una pelle di capra, ed ai loro iniziati. Mentre si cammina tra case a tetto conico, su viuzze delimitate da pietre lisce, capita d'incontrare giovani ed adulti con il capo raso, semi nudi. Si preparano a riti iniziatici. I Taneka, considerano che per «costruire» un uomo ci vuole tempo, pazienza, e molto... sangue degli animali sacrificati. Un processo lungo quanto l’intera esistenza, così che la stessa vita diventa un rito di passaggio. Attraverseremo poi regioni percorse perennemente da mandrie di zebù, guidate al pascolo dai pastori per eccellenza, i Peul, che sembrano venire dal nulla ed andare verso lande misteriose. Inconfondibili, con i tipici cappelli appuntiti, il bastone dietro alle spalle, lo sguardo fiero, il portamento elegante, questi nomadi non sembrano aver bisogno di altro nei loro spostamenti alla ricerca d’acqua e di pascoli per le loro mandrie. Veri e propri signori di queste terre sconfinate, abituati a resistere alle avversità ambientali ma anche a godere delle gioie semplici del vivere a stretto contatto con la natura. Arrivo a Natitingou, cena e pernottamento in hotel.

7° giorno

Natitingou-Dapaong

Una pista ci condurrà nei territori dei Somba e dei Tamberma, che per ragioni difensive si sono rifugiate da secoli nella catena montuosa dell'Atakora, un territorio dall'accesso difficile che ha permesso di sfuggire a tutti gli influssi esterni nonché alla tratta negriera verso il nord Africa islamizzato. Secondo gli specialisti le loro origini potrebbero essere comuni ai Dogon del Mali, con i quali condividono una fedeltà assoluta alle proprie tradizioni animiste. La presenza di grandi feticci, a forma fallica, all'entrata delle loro case lo testimonia. Le abitazioni tradizionali, chiamate genericamente tata, sono particolarmente belle e presentano differenze originali per ogni etnia. Sono costruzioni fortificate che possono ricordare un piccolo castello, edificate per proteggere la famiglia ed il bestiame domestico, resistere contro i nemici e difendere dagli animali selvatici. Ogni tata accoglie una sola famiglia, e chi forma una nuova famiglia dovrà costruire il suo nuovo tata. Potremo visitare un tata, grazie al permesso accordatoci dagli abitanti, e comprendere il loro stile di vita. Il tata Somba presenta un muro perimetrale in argilla, chiuso verso l’esterno, che cinge torrette dal tetto in paglia. Al pian terreno trovano posto i vecchi, i malati ed il bestiame. Una scaletta permette l’accesso al piano superiore, alla terrazza sulla quale si svolge tutta la vita sociale ed alla quale si affacciano piccole camere. Anche l’ingresso ai granai è consentito grazie a scalette rudimentali. Dall’alto, lo sguardo spazia a 360°. Entriamo nel nord del Togo, dove incontriamo i Moba. Abitano in case di argilla, dalla forma circolare, con tetto conico in paglia. Un muro circonda e protegge le capanne di una stessa famiglia. Visiteremo piccoli villaggi, distribuiti su ampi territori nei quali i colori cambiano a seconda delle stagioni offrendo un panorama generale che ricorda un dipinto impressionista. Cena e pernottamento in hotel.

8° e 9° giorno

Dapaong-regione di Navrongo

Entriamo in Ghana nel territorio abitato dai Gurunsi, noti per le loro case dipinte. Gli uomini si occupano della costruzione degli edifici, realizzati sovrapponendo strati di banco (l’impasto di paglia e argilla tipico delle costruzione africane, impermeabilizzato grazie alla presenza di sterco di zebù) supportati da pilastri ed arcate in legno. Le abitazioni sono raccolte in cerchio e formano un insieme armonioso e funzionale. Le donne sono tradizionalmente le creatrici degli splendidi affreschi astratti, dei fregi geometrici che decorano le mura, realizzati con pigmenti naturali in rosso, bianco e nero. In serata, accompagnati dal ritmo dei tam tam assisteremo ad una festa di danze tradizionali. I corpi di ballerini, e soprattutto delle ballerine, si scioglieranno in movimenti forsennati. Spalle, anche, ginocchia: ogni parte del corpo sembra muoversi autonomamente, seguire un suo ritmo, una sua rotazione. Il corpo diventa quasi uno strumento musicale, i suoni si fondono con i movimenti. Il giorno dopo trasferimento nella regione di Bolgatanga, dove un'escursione a piedi ci porterà sull'altopiano di Tongo. In questo luogo suggestivo s’innalzano numerosi pinnacoli composti da enormi pietre sovrapposte con sorprendente regolarità: le popolazioni locali li considerano parte d’antiche abitazioni degli dei. Una profonda crepa della parte più alta della montagna costituisce la grotta dell'oracolo, alla quale si accede solo se accompagnati dai sacerdoti che vi penetrano per compiere riti e sacrifici. Questa montagna è popolata dai Talensi, che vivono riuniti in clan. La tipica abitazione fortificata, nella quale convive anche una sessantina di persone, è costruita in argilla e dà l'impressione di un labirinto al quale si accede da una sola porta di ingresso. Piccoli vicoli, scalette, corridoi coperti, stanze a forma d’uovo e terrazze formano un insieme armonico di suggestiva bellezza. Cene e pernottamenti in hotel.

10° giorno

regione di Navrongo-Wa

Attraverso piste ormai raramente percorse da viaggiatori, ci inoltreremo in un territorio di case fortificate, popolato dai Dagarti, noti per le loro capacità musicali. Interessanti alcuni aspetti della loro vita e dei loro culti, piacevole il loro senso dell’ospitalità Si raggiunge Wa, città le cui origini risalgono al XVII secolo, sorge all’incrocio di numerose strade che rappresentavano e che rappresentano ancora importanti vie di comunicazione. Il Palazzo Reale, purtroppo parzialmente in rovina, conserva le tracce di un’architettura sudanese scesa fin qui dal Sahel attraverso mercanti, marabut e griots. Dopo anni di lotte intestine tra i clan regnanti, da qualche tempo la popolazione di Wa ha un nuovo capo tradizionale, che cercheremo d’incontrare. Cena e pernottamento in hotel.

11° giorno

Wa-Techiman.

Incontro con Lobi, isolati nelle loro abitazioni, piccole fortezze in argilla protette da un muro elevato senza aperture e composte da un granaio rettangolare intorno al quale si dispongono la stalla e le camere. Il capo della famiglia è la sola autorità. Responsabile di tutti e di tutto davanti al consiglio degli anziani o al governo, egli è incaricato degli altari sacrificali e dell’organizzazione del lavoro dei campi. I Lobi sono abili artigiani-artisti. Le loro statuette, utilizzate come protezione spirituale, occupano una posizione di prestigio in numerose collezioni d’arte africana. Altro dominio in cui eccellono è la musica, e molti bravi suonatori di balafon sono lobi. Le donne più anziane portano ancora un dischetto labiale di materiale vario. Il paesaggio gradualmente muta da savana punteggiata da baobab in verde foresta. Ora la pista segue l'antico tracciato carovaniero che collegava i più importanti centri commerciali dei reami sudanesi, come Djenné e Timbuctù, alla regione di Kumasi, grande produttrice d’oro e dell'apprezzatissima noce di cola. La presenza di moschee in stile sudanese testimonia gli antichi fiorenti commerci tra i popoli della savana e quelli della foresta. Cena e pernottamento in hotel. 

12° giorno

Techiman-Kumasi

Si raggiungono le colline di Kumasi, una città che vanta un passato importante ma anche un interessante presente. Il passato si è svolto intorno ai re ashanti che dalla fine del 17° secolo ad oggi hanno mantenuto vive le tradizioni e la forza del loro popolo; il presente è rappresentato da floride attività economiche, che traggono profitto dalle opportunità offerte dalla foresta e dalle miniere d’oro soggiacenti. Nel pomeriggio potremo assistere ai famosi funerali ashanti, importante avvenimento sociale per tutto il popolo. I partecipanti scelgono gli abiti secondo i colori imposti dalla tradizione: rosso per la famiglia in lutto, nero per gli altri. Alcune donne anziane portano grossi gioielli in oro, offerti nel corso della cerimonia. Dopo le libagioni in onore degli spiriti degli antenati le donne si lanciano in passi di danza tradizionale, spesso di ispirazione erotica. L’incontro con la città comprenderà la visita al museo ashanti del centro culturale e la visita del mercato, uno dei mercati all’aperto più vasti dell’Africa Occidentale. Cena e pernottamento in hotel.

13° giorno

Kumasi

La domenica mattina a Kumasi è festa. Le strade non sono troppo trafficate ed è piacevole cogliere le peculiarità della città: le costruzioni coloniali intorno al mercato, le insegne pubblicitarie dipinte a mano con uno stile originale che qualcuno non esita ad accostare all’urban art, il treno che attraversa il mercato e che a volte vi si ferma nel mezzo, i fedeli che si recano alla Chiesa indossando l’abito della domenica perfettamente alla moda qui perché perfettamente fuori moda altrove. Il Palazzo Reale, che occupa tutta una collina, ospita un museo che, accanto ad alcuni oggetti di dubbio gusto, esibisce bellissimi esempi di gioielleria ashanti. Gli Ashanti, grandi signori dell’oro, rappresentano una monarchia ancor oggi importante. L’Asantehene, re di tutti gli Ashanti, è tuttora il garante ed il depositario dei valori spirituali che fondano l’unità e la forza del suo popolo. La sua influenza va di là dalle frontiere del Ghana per suscitare ammirazione nel resto della diaspora africana dispersa nel mondo. Nel calendario degli Ashanti alcune giornate sono chiamate Akwasidae e corrispondono all’inizio del mese secondo il calendario tradizionale. Dopo riti di libagione sui troni degli antichi re, organizzati in sale inaccessibili al pubblico, ecco la grande celebrazione di gioia. Sotto un ombrello di panni colorati viene posta la sedia del Re, che vi siede vestito di tessuti vivaci e coperto di antichi gioielli d’oro massiccio (i gioielli e le maschere in oro Ashanti fanno parte dei capolavori dell’arte africana). Davanti al monarca si apre uno stretto corridoio formato dai dignitari con diverse funzioni: portatori di spade rituali, guardiani armati di fucili a polvere, portatori di coltelli utilizzati per le esecuzioni, portatori di ventagli di piume di struzzo. Di fianco al re stanno seduti gli anziani e i consiglieri capeggiati dal porta-parola regale che porta in mano i simboli del potere ricoperti in oro. Durante la cerimonia i cortigiani offrono i loro regali, i griots recitano la storia dei re ashanti, i suonatori dei tamburi e delle trombe d’avorio scandiscono il ritmo della celebrazione. Alcuni danzatori corpulenti, avvolti in tessuti rosso splendente, eseguono danze tradizionali caratterizzate da una alternanza di movimenti delicati e di spostamenti rapidi da una parte all’altra della scena. Cena e pernottamento in hotel.

14° giorno

Kumasi-Anomabu

Attraversando la foresta si raggiunge la costa, dove ci attende Elmina: un forte olandese costruito a picco sull’oceano, testimonianza dei fiorenti scambi commerciali tra l’Occidente e l’Africa nel corso dei secoli scorsi. Un castello, un porto, un villaggio, da cinque secoli in contatto con avventurieri, esploratori e navigatori europei. Nel corso della sua storia è stato utilizzato come deposito di oro, di avorio, di legnami pregiati, ma anche come centro di raccolta degli schiavi che da qui partivano verso il “nuovo mondo”. Oggi è considerato Patrimonio dell’Umanità. Da queste spiagge ogni mattina coraggiosi pescatori nelle loro imbarcazioni colorate affrontano le pericolose acque dell’oceano sperando in una ricca raccolta. Nei vicoli del villaggio le antiche costruzioni portoghesi, oggi abitate dai locali, si alternano ai templi delle “compagnie asafo”, in cui i guerrieri depositavano offerte votive. Hotel sulla spiaggia, di fronte allo schiumante oceano. Cena e pernottamento

15° giorno

Anomabu-Accra

Prima di entrare ad Accra si incontrano gli originali laboratori dei fabbricanti di sarcofagi, che propongono allegre bare dalle forme fantasiose: frutti, pesci, aerei, animali vari... Ognuno può ordinare il soggetto che crede! Vivace città africana in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare una propria identità nei quartieri moderni come in quelli vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali. Particolarmente stimolante il museo, concepito per essere al servizio della conservazione dell’arte di tutto il continente e dedito alla promozione della produzione artistica attuale. Interessante anche il centro artigianale che propone una grande scelta di kentè, il tipico drappo composto di strette bande tessute a mano e cucite tra loro indossato dai capi tradizionali nei giorni di festa. Meno preziosi ma altrettanto tipici gli “adinkra”, stoffe di cotone industriale decorato a mano attraverso uno stampo con un motivo simbolico: il sole, la luna, le spirali… Di fronte all’oceano si organizza la vita del quartiere indigeno: un villaggio circondato da una città! Qui le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante solamente qualche centinaio di metri. In tarda serata trasferimento in aeroporto ed imbarco sul volo di linea.

16° giorno 

Italia

Arrivo in Italia.
 

Prezzo per persona in doppia – partenza da Milano/Roma – minimo 6 partecipanti

 

Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 2840
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 140
Tasse aeroportuali indicativamente* € 380
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 420
Visto di entrata nel paese/i € 250
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 380
Sistemazione in singola € 420
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80
Visto di entrata nel paese/i € 250


La quota comprende:

I voli a/r da Milano/Roma in classe economy
Sistemazione in camere doppie standard 
Trasferimenti da e per l’ aeroporto
Circuito a bordo minibus
Pensione completa, esclusi i pasti nelle capitali
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
 

La quota non comprende:

Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge 
L’importo dei visti d’ingresso 
L’iscrizione ed assicurazione medico/bagaglio 
I pasti nelle capitali
Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
 

Supplementi:

Sistemazione in singola
*Vettore aereo alta stagione
Assicurazione annullamento facoltativa
 
 
** NOTA BENE: Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
 
 
 
I servizi in West Africa sono pagati in Euro. Le quote offerte non sono soggette ad adeguamento valutario.
 
 
 
 
 
 
 



Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

torna ad info e viaggi: Ghana

Punti forti del viaggio

Lomè, Accra, Vudu, Elmina, funerali Ashanti, Kumasi, Lobi, Kurumsi, altopiano di Tongo, Atakora, Tamberma, Somba, Abomey, Ganviè.

In Breve...

viaggio lungo paesi diversi ma con un filo conduttore: l’animismo come irrinunciabile contatto con l’aldilà, i riti degli avi, i miti, i costumi della tribù. Per comprendere l’anima profonda, palpitante, dei paesi che hanno vissuto il terribile traffico dei re negrieri, che con la carne umana hanno esportato tradizioni ancestrali e riti Vudu. L’animismo abita qui, indissolubilmente legato a queste genti semplici, nascosto sotto i ricchi abiti ashanti, evidente nei feticci in vendita nei mercati, vicino alle tante chiese cristiane ed alle moschee presenti nel territorio.

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i da ottenere in Italia
  • Vaccinazione febbre gialla
  • Consigliata la profilassi antimalarica