Terra selvaggia

durata viaggio 13 giorni

 

1° giorno (lunedì)
Addis Abeba-Awasa

Al mattino arrivo ad Addis Abeba ed inizio della spedizione a sud del paese. La strada attraversa zone coltivate a mais, orzo e tef, il cereale con il quale si impasta l’ingera, una specie di pane che costituisce la base dei piatti etiopi. Si entra in una zona di laghi piccoli e grandi: Debre Zeit, con i suoi specchi d'acqua raccolti nei crateri vulcanici, i laghi Koka, Ziway, Shala, Abyata  e Langano frequentati da una moltitudine di uccelli. Cena e pernottamento in hotel a Awasa, ai bordi del lago omonimo.

2° giorno
Awasa-Yabelo

Partendo da Awasa una visita s'impone al tipico mercato locale del pesce, affollato d'ingordi e pigri pellicani in trepida attesa del rientro dei pescatori. Poi è la volta del territorio Guji caratterizzato dall'esplosione di una vegetazione lussureggiante e da ricche piantagioni di caffè ed alberi da frutto, mentre ogni capanna sembra nascere da una selva di ensete, il falso banano. Il grande sud si annuncia con grandi savane a tratti disseminate di rossi termitai, alti, esili, svettanti come dita puntate contro il cielo. E' la terra dei Borana e dei Gabbra, etnie provenienti da uno stesso ceppo. Fieri guerrieri, praticano l’allevamento dei bovini e, data la desertificazione del loro territorio, dei dromedari. Scavano pozzi profondi per raggiungere l’acqua con la quale abbeverano le mandrie: sono i celebri “pozzi cantanti”, dove le nenie ritmano il passaggio dei secchi da una mano all’altra. Sistemazione in un semplice albergo o in tenda.

3° giorno
El Sod-Konso

El Sod è un luogo emozionante e sorprendente: un cratere di un vulcano ormai spento sul fondo del quale, duecentocinquanta metri più in basso, giace un lago salato di un nero spettrale circondato da chiazze color ruggine. La bellezza del luogo affascina immediatamente il visitatore, ma non rende meno pesante la vita degli uomini che qui trascorrono dure giornate di lavoro estraendo il sale da una sorta di melma nera con le tradizionali tecniche antiche. Da qui parte un'immersione totale tra le popolazioni etiopi che maggiormente hanno mantenuto costumi e modi di vita tradizionali. La carrellata è quanto mai varia ed impressionante, un singolare mosaico di etnie che popolano il sud del paese dove si sono rifugiate sfuggendo alle incursioni dei razziatori degli altipiani o migrando alla perenne ricerca di terre fertili e nuovi pascoli. Si entra nella zona dai panorami ondulati abitata dai Konso, abili agricoltori sedentari che lavorano i fianchi delle colline in ordinati terrazzamenti trattenuti da pietre producendo banane, caffè, cotone e cereali. Sistemazione in hotel.

4° giorno
Konso-il mercato di Key Afer-Jinka

Lasciate le colline dei Konso ecco apparire la sterminata valle del fiume Weyto, uno degli affluenti del Chew Bahir – ex lago Stefania (ormai quasi completamente asciutto per la maggior parte dell’anno), e si inizia una tortuosa discesa. E' l'Africa delle nostre fantasie, l'Africa del grande cinema e dei documentari. Uno sguardo su questa umanità così diversa, così lontana, presente forse solo nel nostro immaginario, è data da Key Afer, dove il giovedì si svolge il mercato settimanale. Qui si incontrano Tsamay, Ari, Banna. E’ un tripudio di colori: uomini snelli dalle teste piumate e i cercini d’argilla, donne con il bignere – il pesante collare che indossano solo dopo il matrimonio - gonne di pelle di capra bordate da cauri, caschetti di treccine minuziosamente impastati con terra rossa e grasso animale, giovani banna a seni nudi, le fronti cinte da fili di perline colorate. E’ un universo remoto, davvero un mondo a parte. Qui il tempo sembra essersi fermato. La cosa che colpisce di più è il ritrovarsi magari seduti insieme, fianco a fianco, nel bailamme del bar locale: noi in pantaloni, con una birra in mano ed i capelli pettinati con la riga o a spazzola, e loro intenti a gustare da un piatto un intruglio indefinibile, col tipico gonnellino cortissimo, le gambe dipinte graziosamente accavallate, piume e pennacchi in testa, vistosi orecchini di perline ed una cinghietta metallica d'orologio al collo come pendaglio (è la moda del momento!). In serata si raggiunge Jinka, importante centro amministrativo e commerciale della regione. Sistemazione in un semplice albergo. 

5° giorno
Il Mago Park e il popolo Mursi

Al mattino si lascia Jinka per imboccare la pista che scende fino alla valle dell’Omo e conduce al Mago Park e alle terre dei Mursi. La savana del Mago Park è a tratti impenetrabile, il percorso talvolta infernale. Nella vasta area protetta  vive una delle specie endemiche, la scimmia Colubus dal pelo nero frangiato di bianco, timida ed estremamente agile. Con un po’ di fortuna si possono incontrare mandrie di antilopi, bufali ed elefanti in continua migrazione alla ricerca di pascolo (a differenza che in altri parchi africani qui gli animali sono piuttosto schivi e la savana cespugliosa non ne facilita l’avvistamento). Il guado del fiume Mago segna l’ingresso alle colline dei Mursi. Etnìa  di estremo interesse ma non troppo socievole, forse la più celebre, sicuramente la più “bizzarra”. Le donne portano grandi, impressionanti piattelli in argilla inseriti nel labbro inferiore e nelle orecchie, considerati elemento di grande bellezza. I guerrieri dai corpi statuari indossano solo un peplo appoggiato alla spalla, a volte assolutamente niente, e si decorano il corpo con disegni geometrici utilizzando argilla, ocra e caolino. Agricoltori distratti solo per necessità, si considerano un popolo di allevatori. Vivono in villaggi di basse capanne che sembrano – da lontano – covoni di paglia. Sistemazione in albergo a Jinka.

6° giorno
Il mercato di Dimeka

Siamo nella regione a Est del fiume Omo, abitata  da Hamer e Banna, due etnie di lingua omotica che condividono l’80% della lingua. E’ sabato, e a Dimeka è giorno di mercato. La piazza di terra battuta si riempie, a partire dalla tarda mattinata, di personaggi bizzarri che lasciano i propri villaggi prima dell’alba per incontrarsi settimanalmente qui e scambiare miele selvatico, cereali, terra rossa indispensabile per le acconciature, sale, tabacco. E’un’occasione per ritrovarsi e fare quattro chiacchiere, un’occasione d’incontro. E’ un tripudio di colori: uomini snelli dalle teste piumate e i cercini d’argilla, donne hamer con il bignere – il pesante collare che indossano solo dopo il matrimonio - gonne di pelle di capra bordate da cauri, caschetti di treccine minuziosamente impastati con terra rossa e grasso animale, giovani banna a seni nudi, le fronti cinte da fili di perline colorate. E’ un universo remoto nel tempo e nello spazio, davvero un mondo a parte. Qui il tempo sembra essersi fermato. 

7° giorno
i  Karo

Ci dirigiamo verso il corso del fiume Omo, terra di paesaggi primordiali, fatta di bush e cieli immensi, là dove le colline incontrano le sterminate piane che si estendono a Sud fino a oltre il confine keniota. Siamo nel territorio dei Karo, un’etnia in estinzione. Il loro numero si aggira ormai intorno ai 500 individui. Tra i popoli della bassa valle dell’Omo si distinguono per l’incredibile uso del body painting. Disegni in ocra, calce bianca, polvere di ferro e carbonella diventano un abito originale sulla splendida struttura dei loro corpi alti ed atletici. Le donne portano un chiodo infisso nel mento, i capelli tagliati a calotta a formare una miriade di palline d’argilla. Sistemazione in semplici bungalows a Turmi.

8° giorno
I Dassanech di Omorate - Turmi

Procediamo verso le piane battute dai venti abitate da un’altra etnia di grande interesse, i Dassanech o Galeb. I Galeb vivono di allevamento e di un’agricoltura rudimentale in piccoli accampamenti di basse capanne dalla forma emisferica, in perenne conflitto con gli Hamer con i quali si contendono i pascoli. Popolo di guerrieri, fanno anch’essi grande uso delle scarificazioni. Il loro spirito bellicoso sembra essere stato forgiato dall’ambiente aspro in cui vivono. Il rientro a Turmi costituisce una splendida sorpresa: è giorno di mercato e tutti vi si recano “vestiti” ed adornati con cura. Le mercanzie sono povere, ma risulta evidente la primaria importanza attribuita alla bellezza del corpo ed alla cura dei bovini. Le donne hamer sono favolose con il loro caschetto di capelli acconciati a treccine, molto femminili e vezzose. Indossano solo pelli in modo per noi assai provocante e si decorano con anelli di metallo, fili di perline e tanti cauri, le piccole conchiglie che un tempo servivano da moneta. Gli uomini invece sfoggiano complicate acconciature, ornate sulla sommità da una bella penna di struzzo. In mano l'immancabile poggiatesta, indispensabile per non guastare la “coiffure” durante la notte, utile durante tutta la giornata come seggiolino. E' una festa per gli occhi e per i sensi da non mancare. Notte in semplici bungalows.

9° giorno
Erbore- Arba Minch

Si parte in direzione est. Si punta verso il Chew Bahir, un tempo Lago Stefania, e si entra nel territorio degli Erbore dal bel portamento e dai raffinati ornamenti. Stupende le ragazze abbigliate “in lungo” nel loro telo nero che mette ancor di più in risalto la pelle serica. A Weyto il cerchio si chiude ed è davvero con grande rimpianto che si abbandonano infine queste lande per raggiungere Arba Minch, la “città dalle quaranta fonti”. I panorami sul fondovalle sono spettacolari  e la vista dall'alto sulle acque rosate dell'Abaya ed azzurre del Chamo, separati solo da uno stretto lembo di terra, è sicuramente di grande suggestione. Pernottamento in albergo situato in posizione altamente panoramica.

10° giorno
L'architettura Dorze – in barca sul Lago Chamo 

Un’escursione su di una pista di montagna porta verso il villaggio di Chencha, a 2700 metri, centro del paese dei Dorze, popolazione che vive in alte e curiose capanne “a naso d'elefante” costituite da un'intelaiatura di bambù e ricoperte da foglie di finto banano. I Dorze sono noti per la loro abilità nella tessitura del cotone, loro attività prevalente. Al pomeriggio escursione in barca sul lago chamo, per ammirare da vicino enormi coccodrilli intenti a crogiolarsi al sole, ippopotami e tante specie di uccelli. Sistemazione in hotel.  

11° giorno
Arba Minch-Wondo Genet - Langano

Partiamo alla volta di Langano. Giunti a Shashemene, una breve deviazione conduce al Wondo Genet, luogo termale dalle sorgenti calde e curative, immerso in uno splendido contesto naturale: qui si trova uno degli ultimi pezzi di foresta primaria originaria, popolata da cercopitechi e scimmie colobus. Si prosegue per il Lago Langano, balenabile nonostante il colore poco invitante delle sue acque. Sistemazione in hotel.

12° giorno
Langano  - Ambo – Cratere di Wonchi

Percorrendo la strada asfaltata in direzione Nord, superiamo il lago Ziway dalle belle isole su cui sono stati costruiti 3 monasteri. Si raggiunge, quindi la cittadina di Ambo, località montana nota per le sue acque minerali. Da Ambo, una pista ripida conduce all’ splendido cratere di Wonchi, posto a 3250 metri di altitudine. All’interno dell’antica caldera, ormai ricoperta da una fitta vegetazione, si trova un magnifico bacino lacustre punteggiato da tre penisole. Di fronte a una di queste è sito un isolotto, sul quale è stata costruita una bella chiesetta. E’ un luogo idilliaco. Sistemazione in hotel.

13° giorno
Cratere di Wonchi - Addis Abeba

Lasciate le magiche atmosfere di Wonchi si arriva nella capitale. Addis Abeba significa “il nuovo fiore" e fu inizialmente un piccolo villaggio lungo le rotte carovaniere. La sua importanza crebbe nel 1887, quando Menelik decise di farne la sua capitale. La tradizione diceva “la capitale è dove l’imperatore pone la sua tenda”, e l’imperatore si spostava nel paese occupando i territori in cui la disponibilità di legna da ardere permetteva una vita confortevole alla sua corte. Menelik, emulando la cultura europea, pose fine all’usanza e scelse una sede stabile. La crescita da allora è continuata, ha portato al milione e mezzo di abitanti attuale ed è in continua evoluzione. La città sorge a 2400 metri d'altezza e gode di un ottimo clima. Il Museo Nazionale ed Etnografico ospita lo scheletro di "Lucy", l'Australopitecus Afareensis vissuto tre milioni di anni fa e ritrovato nella valle dell’ Awash nel 1974, oltre a molti reperti di grande interesse. Il mercato, uno dei più grandi dell’Africa, offre mercanzie di ogni genere ed è affiancato da negozi in cui si vendono ottimi prodotti artigianali. Camere in day use. In serata transfer in aeroporto e imbarco sul volo di rientro a Milano o Roma.
In serata incontro dei partecipanti a Roma-Fiumicino (possibilità di partire da vari aeroporti italiani, su richiesta) e imbarco sul volo notturno diretto ad Addis Abeba. Notte in volo.
 

 


Prezzi per persona in doppia – minimo 5 partecipanti con guida locale parlante italiano/minomo 10 partecipanti con tour leader italiano

Prezzi e date di partenza

data di partenza rientro Note particolari Prezzo HS Calc

Calcolo del prezzo


Descrizione Costo
Costi fissi
Prezzo base a persona in camera doppia € 2150
isc + assicurazione medico/bagaglio € 80
Supplemento alta stagione € 0
Tasse aeroportuali indicativamente* € 0
Costi accessori e supplementi
Supplemento camera singola € 250
  TOTALE DEI COSTI  

costi annessi e supplementi


Costo a persona Prezzo
Tasse Aeroportuali, da verificare al momento dell'emissione del biglietto € 0
Sistemazione in singola € 250
Iscrizione ed Assicurazione medico-bagaglio € 80


La quota comprende:
Sistemazione in camere doppie standard 
Trasferimenti da e per l’aeroporto ad Addis Abeba
Circuito a bordo di veicoli fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser
Pensione completa, esclusi i pasti ad Addis Abeba
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
 
La quota non comprende:
I voli da e per l’Italia
Il visto d’ingresso, che si ottiene in aeroporto (USD 50,00)
L’iscrizione ed assicurazione medico/bagaglio
I pasti ad Addis Abeba
Le bevande, le mance, gli extra di natura personale, quanto non espressamente citato
 
 
Supplementi:
Sistemazione in singola
** NOTA BENE: Data la variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro importo definitivo sarà disponibile all’emissione dei biglietti aerei.
 
Le quote offerte si basano sul rapporto di cambio usd 1 = € 0,90 e sono suscettibili ad adeguamento valutario.
 



Assicurazione Annullamento facoltativa


Attenzione: la richiesta di assicurazione contro il rischio annullamento va confermata contestualmente alla conferma del viaggio e viene resa operativa al momento del ricevimento dell'acconto.

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Punti forti del viaggio

Lago di Awasa, cratere di El Sod, i mercati di Turmi e Dimeka,  Arba Minch, i laghi Abaya,Chamo e Langano, Jinka, la valle dell'Omo, Mago National Park,  Addis Abeba. Le popolazioni: Konso, Mursi, Galeb, Tzamay, Caro, Hammer. Gabbra e Borana ai "pozzi cantanti" .

In Breve...

una spedizione nel sud dell’Etiopia è un viaggio in una terra così selvaggia da aver preservato chi la abita da qualunque contatto con il mondo occidentale e con lo stesso nord. Una natura primitiva, ricca e prepotente. La sua essenza pervade lo spirito delle genti, fiere dei sistemi di vita ancestrali, indifferenti alle delizie della modernità, belle nei “vestiti” di piume, pelli, conchiglie e metallo. Dedicato a chi ama esplorare luoghi vergini conscio della capacità di adattamento e dell’umano rispetto richiesti.

Richiesto per partire:

  • Passaporto valido
  • Visto/i ottenibile in loco